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Nella città costiera libica di Derna, circa novecento edifici sono crollati a causa del disastro naturale avvenuto una settimana fa. Lo ha riferito il governo della Libia occidentale, con sede nella capitale Tripoli. Centinaia di altri edifici furono danneggiati o sepolti sotto il fango.
A seguito della tempesta, la scorsa settimana sono cadute grandi quantità di pioggia in un breve periodo nella Libia orientale. Di conseguenza, due dighe vicino alla città costiera sono crollate, provocando inondazioni e smottamenti.
In precedenza, testimoni oculari avevano affermato che un quarto della città era stato distrutto a causa della tempesta Daniel. In molti luoghi di Derna le auto sono sdraiate su un fianco o addirittura completamente capovolte.
I corpi furono ritrovati sulla riva
Gli operatori umanitari (stranieri) stanno ancora cercando i corpi nella zona del disastro. Corpi di vittime che erano stati precedentemente spazzati via dall’acqua Ora si lavano a riva.
Il bilancio delle vittime a Derna è stato nuovamente rivisto al rialzo. Secondo gli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite, finora si sono contate 11.300 vittime. All’inizio di questa settimana, la Mezzaluna Rossa libica, l’organizzazione sorella della Croce Rossa, ha riferito che il numero dei morti era salito a oltre 11.000, ma questo in seguito non è stato chiaro. Inoltre risultano ancora disperse almeno 10.000 persone.
I servizi di emergenza sono estremamente preoccupati che il disastro possa causare un aumento del numero di malattie trasmesse dall’acqua, come il colera, nel prossimo futuro.
La corrispondente dal Medio Oriente Daisy Mohr e il fotografo Edmie van Rijn arrivano nella città devastata di Derna.
La giornalista Daisy Mohr nella zona colpita dal disastro della Libia: “Un quarto della città è stato distrutto”.
Ieri le autorità hanno annunciato un’indagine sulle rotture delle dighe, che secondo gli esperti sono in parte dovute alla scarsa manutenzione delle infrastrutture della Libia. Le dighe furono costruite negli anni ’70 e, sebbene dieci anni fa siano stati stanziati milioni di dollari per la manutenzione, ciò non è avvenuto.
Non è chiaro come dovrebbe svolgersi l’indagine sulle dighe: dal rovesciamento del dittatore Gheddafi nel 2011, il paese attraversa una crisi politica.
Il Paese ha di fatto due governi: quello orientale è nelle mani del generale Haftar. Vive nella città di Bengasi, anch’essa gravemente colpita dal disastro naturale. Il governo riconosciuto a livello internazionale del primo ministro Dabaiba opera dalla capitale Tripoli, a ovest. Entrambi possono contare sull’appoggio di potenti paesi stranieri come la Turchia e la Russia.
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