Ann (22-08-1997) è morta il 27 febbraio 2014.
Due ragazze su uno scooter. Nessuno è sopravvissuto. Ho una sensazione terribile. Sapevo che quella sera Ann avrebbe provato con la sua amica. Stavano andando in scooter e penso al percorso menzionato nell’articolo. Ho chiamato mia madre. “È già a casa?” Mia madre ha detto che non era in casa, anche se l’aspettava.
Le ho detto del notiziario. urlato. Senza esitare un secondo, salii in macchina con Raymond per dare un’occhiata. Nel luogo in cui è avvenuto l’incidente, ho trovato il caos. Auto della polizia lampeggianti. ambulanze. Recinzioni. Cliente. Ho visto una moto per strada.
Le ragazze sono già state portate in ospedale. Ho detto a un poliziotto che sono la sorella di Anne, se Anne è qui. L’agente impallidì. Ha detto che dovrei andare a casa. Completamente scioccati, tornammo a casa di mia madre. Mio padre era in Germania in quel periodo, a festeggiare il Carnevale. Non molto tempo dopo, sulla soglia si affacciano i poliziotti, due giovani. Hanno confermato ciò che temevamo: Anne era morta.
Mia madre è crollata. Credo di aver preso a calci il divano. Tutti piangevano a squarciagola. Pensavo che la mia vita fosse finita. Io e Ann eravamo migliori amiche. Ovviamente non è sempre stato così, come quasi sempre accade con le sorelle, ma andavamo molto d’accordo. Come posso continuare a vivere adesso? Una nuvola oscura penderà per sempre sulle nostre teste. Chi testimonierà quando mi sposerò? La zia dei nostri figli?
Ho attraversato una profonda valle per cinque anni. Ho iniziato a iperventilare e ho visto costantemente il viso pallido del poliziotto. Quella sera abbiamo cenato insieme. Ci ho giocherellato in testa dozzine di volte. Come sembrava normale quel giorno. Com’era naturale per lei fare sport. E come le nostre vite non torneranno mai più alla normalità dopo.
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