I lavoratori migranti sfuggono allo sfruttamento dei datori di lavoro nelle campagne italiane

Sagnet aspetta lì per due settimane senza vedere una sola pianta di pomodoro. Su cosa? ‘Fino Caporale Veniva al ghetto per selezionare chi poteva lavorare. I ‘caporali’ sono anche migranti, solitamente residenti di lungo periodo in Italia e titolari di carta di soggiorno, che si pongono come tramite tra aziende e manodopera a basso costo.

Permettono alle aziende di cavarsela con commissioni basse. I ghetti sono sempre in eccesso di personale, quindi chiunque si lamenti o sia difficile non viene “scelto” per lavorare dai subappaltatori. Nel frattempo, il Caporali Forniscono una notevole quantità di lavoro, compreso il pagamento del trasporto ai campi.

L’azienda ha pagato una tariffa a cottimo di 3,5 euro per scatola di pomodori ripieni. Il primo giorno durò dalle cinque del mattino alle sette di sera. L’inesperto Sagnet ha riempito quattro scatole e ha guadagnato 14 euro per altrettante ore di lavoro. Meno 5 euro per il trasporto e 5 euro per un panino e acqua. Non c’è altro da mangiare o da bere in mezzo ai campi. Sono tornato piangendo.

Ha continuato a lavorare per cinque giorni. Fino a quando un collega si ammalò durante un lavoro estenuante nella calura estiva. Sagnet ha chiesto al sensale di portare il ragazzo in ospedale. “Per 50 euro, ha detto.” Fu la proverbiale goccia che fece traboccare il vaso per l’eloquente studente torinese che si ritrovò in un mondo parallelo che non sospettava esistesse in Italia.

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