Noos Notizie•
Il governo israeliano invia una delegazione a Washington per discutere del previsto attacco alla città di Rafah nella Striscia di Gaza. Il presidente Netanyahu e il presidente Biden hanno concordato su questo nel loro primo contatto diretto in un mese.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha dichiarato in seguito che la delegazione israeliana dovrebbe arrivare a Washington questa settimana o la prossima. Ha anche detto che l'attacco non sarebbe iniziato se non dopo l'incontro a Washington.
Biden e il suo segretario di Stato, Blinken, hanno più volte affermato di temere un massacro a Rafah. La città situata nel sud della Striscia di Gaza è considerata, secondo Israele, l'ultima grande roccaforte del movimento Hamas. Distruggere Hamas è uno degli obiettivi della guerra di Gaza, gli altri sono liberare gli ostaggi israeliani e impedire che Israele venga nuovamente attaccato da Gaza.
Sullivan afferma che gli Stati Uniti sostengono gli sforzi di sicurezza israeliani, ma ha chiesto a Netanyahu di astenersi dal lanciare un grande attacco di terra contro Rafah. “Sarebbe un'importante operazione di terra lì andata storta”, ha detto Sullivan. Ha aggiunto che ciò porterebbe all'uccisione di un maggior numero di civili innocenti, esacerbarebbe la terribile crisi umanitaria, aumenterebbe il caos a Gaza e aumenterebbe l'isolamento internazionale di Israele.
L'alleato più fedele
La guerra a Gaza e il possibile attacco a Rafah hanno accresciuto nelle ultime settimane le tensioni tra Israele e i suoi più stretti alleati. Israele ha accusato l’amministrazione Biden di privare Israele del diritto all’autodifesa. “Questa è una sciocchezza”, ha detto Sullivan.
Gli Stati Uniti chiedono che l’attacco a Rafah sia accompagnato da un piano “credibile” che garantisca la sicurezza dei civili innocenti. Il portavoce dell'esercito israeliano Hagari ha dichiarato la scorsa settimana di voler evacuare più di un milione di profughi palestinesi da Rafah al centro della Striscia di Gaza. L’intenzione è quella di creare “isole umanitarie” dove ai rifugiati verrà fornito alloggio temporaneo, cibo e acqua.