L’Italia vede i tassi di interesse a 10 anni salire a quasi il 5%, ma invita alla calma

Nelle ultime settimane i rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni sono saliti a Quasi il 5%.. Tuttavia, gli elevati tassi di interesse che l’Italia deve pagare per i prestiti pubblici non sono ancora motivo di preoccupazione. Secondo il presidente della Banca Centrale Italiana, Ignazio Visco, l'intervento della Banca Centrale Europea non è necessario.

Visco ha risposto in un'intervista a Bloomberg TV quando gli è stato chiesto se ci fossero preoccupazioni sullo “spread”, ovvero la differenza tra i tassi di interesse dei titoli di stato italiani e tedeschi. “In realtà non ci sono segni di ciò”, ha risposto.

Il tasso di interesse tedesco a 10 anni è leggermente inferiore 3 per centoCioè circa due punti percentuali in meno rispetto al rendimento italiano a 10 anni.

Gli economisti spesso guardano alla differenza tra i tassi di interesse tra il governo tedesco e quello italiano perché questa differenza fornisce indizi sulle tensioni finanziarie all’interno dell’eurozona e sulle stime degli investitori sulla sostenibilità del debito pubblico italiano.

Interessi sui titoli di Stato americani a 10 anni

Il bilancio italiano non rispetterà le norme UE fino al 2026

L’Italia ha la più alta percentuale di debito pubblico nell’Eurozona dopo la Grecia. Recentemente, il governo del primo ministro Giorgia Meloni ha presentato dei piani secondo i quali il bilancio italiano non rispetterà le regole europee fino al 2026, ovvero un anno in ritardo rispetto a quanto previsto.

Tra le altre cose, la Meloni vuole tagliare le tasse sui salari per mantenere le promesse fatte ai suoi elettori. Pertanto, il deficit di bilancio raggiungerà quest’anno il 5,3% e l’anno prossimo il 4,3%.

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Le notizie sul bilancio hanno fatto ampliare lo spread dei tassi di interesse tra i titoli di debito italiani e quelli tedeschi. Secondo Visco, la crescita economica limitata è la preoccupazione più grande. E aggiunge: “Credo che questo sia il motivo principale di preoccupazione dei mercati, e cioè la capacità dell'economia italiana di crescere”.

All’interno dell’Unione Europea ci sono preoccupazioni circa gli interessi che l’Italia dovrà pagare sui prestiti pubblici. Negli ultimi anni la Banca Centrale Europea ha acquistato molti titoli di stato dei paesi del sud, ma ora ha smesso di farlo. Di conseguenza, l’Italia paga molto di più per prendere in prestito denaro rispetto alla Germania, che è considerata più meritevole di credito. Poiché l’Italia ha molto debito, ciò potrebbe portare a grossi problemi se le entrate pubbliche non crescono di conseguenza.

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