L'Italia verrà valutata dalle agenzie di rating nelle prossime settimane, con speranze realistiche che il deficit di bilancio migliori presto, dicono gli analisti, anche se ci sono preoccupazioni per l'enorme debito di Roma.
I mercati hanno a lungo considerato il debito italiano, proporzionalmente il secondo più grande della zona euro, e la crescita cronicamente lenta come i principali punti deboli, spingendoli a far pagare premi più alti per le obbligazioni italiane rispetto a qualsiasi altro paese del blocco.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato questo mese che sarebbe difficile raggiungere l’obiettivo di crescita dell’1% del governo per quest’anno, mentre il debito salirà al 137,8% del Pil nel 2026 dal 134,8% dell’anno scorso, per poi diminuire gradualmente.
Ma ci sono sviluppi positivi sui conti pubblici, di cui sicuramente gli analisti terranno conto con S&P Global, Fitch, Moody's, DBRS e Scope Ratings, che valuteranno l'Italia da venerdì al 29 novembre.
Il mese scorso il governo ha tagliato drasticamente i suoi obiettivi di rapporto deficit/PIL per quest’anno e per il prossimo, affermando che il deficit di bilancio sarebbe sceso al di sotto del limite del 3% fissato dall’UE nel 2026.
Successivamente, nelle proposte di bilancio presentate mercoledì, Giorgetti ha annunciato tagli del 5% annuo alla spesa federale per i prossimi tre anni, il tipo di misure che le agenzie di rating di solito accolgono nei loro rating.
Questa volta le agenzie sono più propense a migliorare le prospettive della Roma che ad aumentare direttamente il rating.
“Accogliamo una traiettoria di valutazione leggermente al rialzo. Una transizione verso un outlook 'positivo' è più probabile che sia il primo passo, e S&P Global sarà il primo a muoversi”, ha scritto Citi in un rapporto la scorsa settimana.
S&P Global e Fitch avvieranno le correzioni ribassiste venerdì. Entrambi hanno assegnato all'Italia il rating 'BBB', con outlook stabile.
Ridurre la diffusione
Giovedì gli investitori premium hanno acquistato titoli di Stato italiani per detenere titoli tedeschi con rating elevato, scesi sotto i 120 punti base, il livello più basso dalla fine del 2021.
Notizie positive da una delle agenzie di rating “potrebbero aumentare l'interesse per le obbligazioni italiane, in particolare tra gli investitori asiatici, e restringere ulteriormente lo spread tra Italia e Germania”, ha affermato Fabio Balboni, economista senior di HSBC.
Insieme all'Italia, alla Francia e ad altri cinque paesi, il deficit eccessivo dell'UE è entrato in vigore a giugno e gli analisti hanno notato che il percorso di riduzione del deficit tracciato da Roma era più ambizioso di quello di Parigi.
“Il deficit della Francia non scenderà al di sotto del limite UE del 3% fino al 2029, molto più tardi rispetto all’obiettivo del governo italiano per il 2026”, ha affermato Francesca Palmas, economista europea senior presso Capital Economics.
Giovedì lo spread tra i titoli di riferimento tedeschi e francesi a 10 anni è stato di 75 punti base, il più alto da quando il presidente francese Emmanuel Macron ha indetto le elezioni anticipate a giugno, scatenando turbolenze sui mercati.
Fitch la scorsa settimana ha rivisto le sue prospettive per la Francia da “stabile” a “negativo”, citando maggiori rischi legati alla politica politica e fiscale.