ROMA (AP) – Il governo italiano ha preso il controllo di un grande impianto siderurgico nel sud del Paese dal principale azionista ArcelorMittal. Il gruppo siderurgico si è ritirato definitivamente dallo stabilimento di Taranto, di proprietà di ArcelorMittal dal 2018. Dopo il fallimento delle trattative su ulteriori investimenti, lo stabilimento ha chiesto una formula di dilazione di pagamento.
Funzionari nominati dal governo stanno ora cercando un nuovo investitore per la più grande acciaieria del paese. Il governo del premier Giorgia Meloni dice che aiuterà l'impianto con un prestito quinquennale da 320 milioni di euro.
Nello spiegare l'uscita dalla fabbrica italiana, ArcelorMittal lamenta che il gruppo ha investito molto di più dello Stato italiano, che era co-azionista. Secondo ArcelorMittal, tale importo ammonta a due miliardi di euro, di cui 800 milioni di euro sono stanziati per il trattamento dell'ambiente altamente inquinato.
I rapporti tra il gruppo siderurgico quotato ad Amsterdam e il governo italiano sono tesi da tempo. Ad esempio, nel 2019, Roma ha temporaneamente revocato l’immunità concessa ad ArcelorMittal contro i procedimenti penali relativi all’inquinamento ambientale e ai danni alla salute causati dall’impianto. Questa protezione legale era una condizione importante affinché ArcelorMittal potesse investire nell'allora fallito stabilimento nel sud Italia, perché l'azienda temeva di dover pagare per l'inquinamento da parte del precedente proprietario.
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