“Atlantide” è una bellissima inno a Venezia con un finale mozzafiato ★★★★☆

“Atlantide” di Yuri Ankarani.

La cupa bellezza di Venezia è stata spesso cantata nei film, ma mai è stata così allucinante come nei film. Atlantide. È come se il video artista e regista italiano Yuri Ancarani avvicinasse sempre di più la città, a partire dalle vedute della laguna in cui cielo e acqua si fondono e il campanile veneziano è l'unico punto di riferimento.

Negli ultimi dieci minuti il ​​film naviga dalla notte al giorno attraverso i canali di Venezia, con la telecamera capovolta e poi inclinata, così che la città sprofonda nel proprio riflesso e i ponti, con le loro immagini speculari, formano anse e archi. La Serenissima Come un tunnel senza fine, scintilla alla luce dei neon dei motoscafi che lo attraversano.

In realtà sembra che si tratti di quelle barche e dei loro conducenti dall'aspetto cupo Atlantide (Italiano per Atlantide, il leggendario arcipelago.) Ankarani si chiamava B la sfida (2016) Sugli sceicchi della falconeria del Qatar, questa affascinante miscela di documentario e finzione si concentra su un altro mondo, ancora una volta, alieno.

Il ventenne Daniele (Daniele Barison) è uno dei tanti giovani dell'isola balneare di Sant'Erasmo che trascorrono le loro giornate dentro e intorno alle loro navi trasformate in motoscafi. sollevato da scale E techno, entrambi cercando di battere i record di velocità: gli uomini seduti al volante e le donne accanto.

Circa l'autore

Kevin Tuma scrive di film di ogni forma e dimensione, con un interesse speciale per la musica da film e una passione per l'horror.

Le barche portano il nome della persona amata dell'armatore, ma con il nome in lettere adesive facilmente rimovibili. L'ancoraggio permanente è San Francesco del Deserto, l'isola monastica fiancheggiata da cipressi di fronte a Venezia, dove i monaci lavorano nel giardino mentre i barcaioli prendono il sole dall'altra parte del muro. Ancarani rivela gradualmente le attività e gli eccessi di questa sottocultura apparentemente senz'anima, ma anche affascinante.

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Questa prospettiva sorprendentemente onnicomprensiva e costantemente isolante – prendiamo la scena in cui i ragazzi trascinano gli altoparlanti sulla spiaggia per organizzare una festa con vista sulle navi da crociera di passaggio, o la scena in cui un canoista solitario pesca bottiglie di plastica fuori dall'acqua di notte – è coerente con la rappresentazione frammentata dei personaggi principali.

La casa di Daniele non si vede mai (se ne ha una), e dei suoi genitori non si dice una parola; La fatica nel campo dei carciofi è l'unico scorcio che Ancarani offre sulla vita di Daniele fuori dalle barche. Anche l'amica Mayla (Mayla Dabala) rimane sfuggente. Nella scena più sincera, in cui parla della sua vita senza direzione durante una manicure, tutto ciò che vedi sono le sue mani e quelle della truccatrice.

Forse il film sarebbe stato più impressionante se avesse cercato di scavare un po' più a fondo nelle personalità dei suoi eroi. Ma sembra anche che abbia lavorato fin dall'inizio per arrivare a quel finale sorprendente e senza carattere: prima annegano le persone, poi la loro città.

Atlantide

Dramma documentario

★★★★☆

Diretto da Yuri Ankarani

Con Daniele Barrison, Maila Dabala, Bianca Perini, Alberto Tedesco.

104 minuti in 22 sale.

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