Il sito di case vacanze Booking.com pagherà 94 milioni di euro per risolvere una causa fiscale in Italia. Le autorità finanziarie italiane hanno avviato nel 2018 un’indagine contro la società olandese per sospetta evasione fiscale.
La Guardia di Finanza, la controparte italiana del FIOD, ha riferito che Booking ha eluso 153 milioni di euro di IVA affittando case vacanza tra il 2013 e il 2019. L’indagine è iniziata nel 2018 dopo una serie di accertamenti fiscali su siti di B&B, in particolare vicino alla città costiera di Genova.
Nel giugno 2021, queste accuse sono state rese pubbliche. La Guardia di Finanza ha affermato che Booking avrebbe dovuto effettuare la ritenuta fiscale sugli immobili locati da privati. Spesso non hanno una partita IVA. La società di prenotazione, a sua volta, ha dichiarato che la responsabilità era dei proprietari e che la società fungeva solo da intermediario.
A causa di questo caso, lo scorso anno sono stati interrogati due ex direttori finanziari di Booking.com, parte di American Booking Holdings. Le autorità italiane hanno collaborato con i procuratori olandesi attraverso la cosiddetta Missione investigativa europea.
Un portavoce di Booking.com afferma che l’azienda si impegna a rispettare le leggi in tutti i paesi in cui opera. “Ciò significa anche che paghiamo tutte le tasse che ci riguardano. Pur sottolineando che siamo sempre stati conformi alla normativa italiana sull’IVA applicabile, possiamo confermare che abbiamo raggiunto un accordo amichevole e reciproco. Siamo felici di averlo raggiunto decisione attraverso la transazione”.