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L’Unione europea deve fare la sua giusta parte
Inoltre, l’Unione europea deve ridurre le proprie emissioni in tempi relativamente brevi. Questo perché il nostro continente ha resistito molto in passato ed è ora abbastanza prospero da perseguire una politica climatica relativamente rigorosa, affermano gli scienziati.
Per raggiungere una quota veramente equa della politica climatica globale, l’Unione europea deve ridurre le emissioni in modo più deciso e rapido. “Ma se inizi a calcolarlo, si scopre che non possiamo realizzarlo”, afferma Nico Schreever, professore emerito di diritto internazionale e uno dei due membri olandesi del comitato consultivo.
Questo è il motivo per cui l’Unione europea non dovrebbe solo intraprendere un’azione per il clima all’interno dei suoi confini, ma anche aiutare i paesi poveri a diventare più verdi allo stesso tempo. “Non è un caso che a Parigi sia stato concordato che dal 2020 i paesi industrializzati forniranno almeno 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi non industrializzati”, afferma Shriver. “Non abbiamo ancora mantenuto quella promessa.”
Più di mille scenari
La Commissione europea sta attualmente conducendo una consultazione pubblica su un obiettivo climatico per il 2040. Descrive un taglio delle emissioni del 90% o più come “estremamente ambizioso”, mentre la Commissione considera l’obiettivo di una riduzione del 65% “un po’ ambizioso”.
Il Consiglio sul clima dell’Unione europea ha utilizzato modelli computerizzati per studiare più di 1.000 scenari futuri per determinare in che modo l’UE può raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi climatici. Sono stati fissati requisiti riguardanti la fattibilità tecnica e questioni come la protezione dell’ambiente.
Il Consiglio descrive tre scenari “possibili” che si differenziano per sviluppi economici e fonti energetiche. In uno scenario, ad esempio, i consumatori e le imprese riducono molto di più il loro consumo di energia, in modo che vengano costruiti meno parchi solari ed eolici.
In un altro scenario, viene generata più energia rinnovabile e c’è anche maggiore attenzione sulle tecnologie di estrazione dell’anidride carbonica dall’aria. In un altro scenario, verranno aggiunte più centrali nucleari.
Anche i Paesi Bassi non hanno un obiettivo fino al 2040
Tutti gli scenari hanno in comune il fatto che nel 2040 quasi nessuna anidride carbonica verrà rilasciata durante la produzione di elettricità. Viene prodotto molto idrogeno per sostituire i combustibili fossili e il consumo di energia nel settore dei trasporti sta diminuendo rapidamente. Ciò ha a che fare con il diffuso passaggio ai veicoli elettrici.
L’ambizioso obiettivo dell’UE significa anche che le emissioni devono continuare a diminuire rapidamente per i Paesi Bassi. Questo perché i nostri obiettivi nazionali sono legati alle ambizioni europee.
Resta da vedere se un tale obiettivo climatico a lungo termine dell’UE sia anche politicamente fattibile. Negli ultimi anni, Bruxelles ha approvato diverse ambiziose leggi sul clima, ma sembra che in alcuni paesi sia stato raggiunto un limite. Ad esempio, il presidente francese Emmanuel Macron ha già chiesto una “pausa” nella politica ambientale europea.
Se la Commissione europea propone un obiettivo climatico per il 2040, gli Stati membri e il Parlamento europeo devono comunque accettare tale proposta.