In un importante processo antimafia, più di duecento membri della mafia italiana sono stati condannati a più di 2.200 anni di carcere. Lunedì il giudice italiano ha impiegato almeno un’ora e mezza per pronunciare tutte le sentenze, ha riferito l’agenzia di stampa ANP. Tutti i sospettati sono (o erano) coinvolti nella ‘Ndrangheta, un’organizzazione mafiosa fondata nel XVIII secolo che è diventata un attore influente nel traffico globale di cocaina negli ultimi tre decenni.
La causa è iniziata tre anni fa nella regione Calabria, nel sud Italia, dove è radicata la ‘Ndrangheta. Le prove provenivano da più di cinquanta ex membri dell’organizzazione criminale, che testimoniarono in cambio della protezione dei testimoni. Tutte le udienze si sono svolte in un bunker di massima sicurezza costruito per il processo a Lamezia Terme, situato ai piedi dello stivale italiano. Non tutti gli indagati erano presenti in aula, ma alcuni di loro sono stati informati della sentenza tramite trasmissione in diretta in carcere.
Le accuse contro di lui includevano l’adesione a un’organizzazione criminale, l’omicidio, il traffico di droga, il riciclaggio di denaro e la corruzione di funzionari governativi. I giudici coinvolti nel caso recentemente hanno dovuto entrare in… Casa sicura Rimani a causa di minacce ai loro indirizzi.
Tra i condannati c’era l’ex parlamentare italiano Giancarlo Betelli. Ha prestato servizio nel Parlamento italiano per conto di Forza Italia, il partito liberale di destra di Silvio Berlusconi. Betelli è stato condannato a undici anni di carcere. Il processo ha preso di mira soprattutto la famiglia Mancuso, che rappresenta un ramo importante dell’organizzazione nella provincia di Vibo Valentia. Due capi clan locali, Saverio Razonale e Domenico Bonavotta, sono stati condannati a trent’anni di carcere. L’anziano leader del clan, Luigi Mancuso, è sotto processo separato.
“Fanatico della musica. Risolutore di problemi professionale. Lettore. Ninja televisivo pluripremiato.”