La protesta dei camionisti, iniziata lunedì 21 febbraio in Sicilia e nella Puglia meridionale con la chiusura automatica del carico/scarico merci, sembra estendersi anche ad altre regioni italiane. I primi effetti sulle forniture si stanno già manifestando. Il motivo dello sciopero è l’aumento dei prezzi del carburante, così come tutti gli altri costi che gravano sul settore.
“Normalmente in questo periodo dell’anno abbiamo più di 200 persone che lavorano nei campi e nei magazzini per raccogliere e lavorare fragole e agrumi, ma lo sciopero ci ha costretto a mandare a casa il 70% dei nostri dipendenti. Non ha senso raccogliere la frutta se non può essere spedita, purtroppo non possiamo adempiere agli accordi con i nostri clienti locali e internazionali”, afferma Giuseppe Zuccarella della cooperativa OP Zuccarella della provincia di Matera.
Giuseppe Zuccarella
“Abbiamo una grande quantità di fragole e agrumi in celle frigorifere che avrebbero dovuto essere spediti a vari supermercati italiani all’inizio di questa settimana, ma principalmente all’estero, come Olanda, Germania e Francia. Non c’è più frutta disponibile e ci sono buone possibilità. Dovrebbe essere smaltito. Di molto, perché si tratta di merci deperibili. Preferiamo lasciare i frutti che le piante, ora che il clima ci sta comunque bene”.
“Fino alla fine della scorsa settimana offrivamo sul mercato circa 10 tonnellate di fragole di diverse varietà e 25 tonnellate di arance al giorno, sia in Italia che in Europa. E ora siamo costretti a lasciare i frutti non raccolti fino ai trasferimenti ricominciare. Nel frattempo, dobbiamo sperare che i nostri clienti non si rivolgano a concorrenti esteri. Se lo sciopero continua ancora per qualche giorno, diventa più difficile e c’è il rischio di ulteriori aumenti di prezzo”.
In molti hanno definito “indisciplinato” lo sciopero del vettore siciliano, ma ora emergono le prime voci che la situazione potrebbe allentarsi. Martedì sera (22/02/2022) circolavano voci sulla possibilità di rispedire frutta e verdura (e altre merci, ovviamente). La Regione ha stanziato 10 milioni di euro per sostenere i vettori di trasporto su gomma in Sicilia per i quali gli aumenti dei costi sono diventati insostenibili.
I rappresentanti del settore stimano l’aumento del costo totale dovuto a un aumento del 30% del costo del carburante, delle tasse di transito e delle materie prime. Ad esempio per l’attraversamento dello Stretto di Messina è previsto un aumento tariffario di 10 euro al metro. Questo è l’aumento che le compagnie di navigazione hanno registrato per i camion con rimorchio, perché anche loro devono fare i conti con l’aumento dei costi.
“Siamo stanchi di rispondere a tanti telefoni e di spiegare ai nostri clienti che i ritardi non dipendono da noi”, ha affermato Patricia Calabrese della cooperativa Fonteverde di Ragusa, in Sicilia.
“Questa protesta è ridicola, perché riguarda solo una parte, e forse la parte più vulnerabile del Paese. L’unico risultato è che la nostra economia crollerà. Comprendiamo molto bene le frustrazioni e le motivazioni degli scioperanti, perché siamo anche noi agricoltori che risentono duramente dell’alto costo, ma questo non è il modo giusto per protestare, dovremmo infatti, dobbiamo lavorare sodo per essere sempre un partner affidabile per i nostri clienti, cosa non proprio facile con il ripetersi del maltempo eventi e per il fatto che non esiste un collegamento continuo tra la nostra isola ei mercati di destinazione”, continua Patricia Calabrese.
“La nostra missione non è solo fornire prodotti di alta qualità, ma anche servizio: consegne affidabili e puntuali. Il danno reputazionale in questo settore è enorme. Molti dei nostri clienti in Italia e all’estero ora effettueranno i loro ordini a fornitori di altri regioni del mondo. Inoltre, possono Per i clienti esteri che vogliono ancora i prodotti siciliani, scegliere personalmente la modalità di trasporto – perché non siamo in grado di farlo – e rivolgersi ad agenzie italiane o altre estere. L’economia siciliana nel suo insieme”, conclude Patrizia Calabrese.
Giorgio Boccia
«Per noi il risultato di questo sciopero è che la frutta e la verdura sono in magazzino in attesa di essere smaltite», dice Giorgio Boccia, assessore al mercato all’ingrosso di Vitoria, in provincia di Ragusa, all’ortofrutta.
“Il prodotto maturo e non ancora raccolto non potrà sopravvivere ancora a lungo nelle piante. Il danno è già enorme e non potrà che aumentare. Migliaia di aziende siciliane vengono trascinate nel baratro. La protesta riguarda solo le nostre aziende , perché ormai frutta e verdura arrivano in Italia da tutti i paesi di origine potenziale”.
Ernesto Fornari, Direttore di Apofruit
“Oggi abbiamo 50 tonnellate di fragole in stock in Basilicata e non sappiamo quando potremo consegnarle”, ha affermato Ernesto Fornari, Direttore di Apofruit di Cesena. “Lo sciopero interessa le principali zone di coltivazione del sud del Paese: Basilicata, Puglia e Sicilia. Abbiamo grandissime quantità di verdure a foglia bloccate in Sicilia. Chiediamo al governo di agire subito e in fretta, unire le idee e ascoltare le richieste delle aziende di trasporto Comprendiamo molto bene i problemi del settore dei trasporti, ma dobbiamo risolvere subito la situazione”.
Le proteste delle società di autotrasporto stanno interessando anche la regione Lazio, e in particolare Fondi, in provincia di Latina.
“Da diversi giorni un folto gruppo di autisti ha bloccato gli ingressi al mercato all’ingrosso di Fondi”, ha detto il manager di una società di logistica italiana. “Stanno protestando contro l’aumento dei prezzi del carburante, tasse, pneumatici ed energia. Nessuno può entrare o uscire dal mercato all’ingrosso, il che colpisce negativamente le società commerciali lì e le aziende agricole che non possono più vendere i loro prodotti. Lo sciopero autorizzato, il vittime dei commercianti e degli allevatori si risolvono, la situazione è facile chiedendo alle aziende un leggero aumento dei costi di trasporto, bastano solo 10 euro”.
Autori: Vincenzo Iannuzello, Gaetano Piccioni, Cristiano Rispotti, Lorena El Reale