Gli abitanti di Gaza criticano Hamas in rare proteste online

Il palestinese Abdel Rahman, 20 anni, legge uno dei suoi recenti post su Facebook: “Se gridi la verità qui, verrai imprigionato, torturato, distrutto e umiliato”. Nei suoi post, l’attivista della Striscia di Gaza critica Hamas, il movimento che controlla l’area.

“Sono stato in silenzio su questo per molto tempo, ma non posso più”, dice Abdul Rahman. “Qualunque siano le conseguenze. Non c’è alcuna prospettiva a Gaza per me per fare qualcosa con la mia vita oi miei studi, ed è colpa di chi è al potere qui. Non abbiamo futuro qui”.

Abdel Rahman non è l’unico a parlare contro Hamas. Gli ultimi mesi hanno visto proteste su Facebook e Twitter contro l’organizzazione, che molti attribuiscono alle cattive condizioni di vita nella Striscia di Gaza.

Le proteste sui social media sono una manifestazione di frustrazione, afferma il sondaggista palestinese e professore di scienze politiche Khalil Shikaki: “Riflette la delusione della gente di Gaza. Hamas non riesce a migliorare le loro condizioni di vita”.

Gli abitanti di Gaza ora prendono di mira anche Hamas

La sensibilità delle proteste è evidente anche durante le riprese nella Striscia di Gaza. Dopo aver incontrato un attivista e un rappresentante di Hamas, non ci è stato più permesso di voltarci. Le interviste in strada ci sono vietate immediatamente.

Dimostra che Hamas non aspetta voci critiche. Il movimento islamista intransigente, che Israele e l’Occidente considerano un’organizzazione terroristica, è sotto un rigido regime nella Striscia di Gaza dal 2007.

Le condizioni di vita nella regione sono peggiorate da quando Hamas è salito al potere, principalmente perché Israele ed Egitto hanno praticamente chiuso i loro confini. Non c’è quasi nessun lavoro e una carenza permanente di acqua pulita ed elettricità. In caso di emergenza medica, i cittadini spesso devono trasferirsi in Israele o in Cisgiordania, cosa che non è sempre possibile.

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Inoltre, la maggior parte dei giovani di Gaza non è mai stata da nessuna parte se non nella minuscola enclave palestinese, che non è più grande del doppio dell’isola di Texel. Solo pochi di loro possono lasciare l’area. Ecco perché molti chiamano la Striscia di Gaza una prigione a cielo aperto, le cui chiavi sono detenute da Israele ed Egitto.

Molti palestinesi inizialmente incolpano Israele per la miseria, o incolpano l’Autorità Palestinese per Mahmoud Abbas, che collabora con Israele da Ramallah. Ma un gruppo crescente di abitanti di Gaza prende di mira anche Hamas, accusata di corruzione e malgoverno.

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