Dopo una partita di calcio ad Alkmaar, Polonia e Olanda hanno avuto uno scontro diplomatico. Qualcosa di simile accadde nel 1929 dopo che la nazionale austriaca sconfisse l’Italia.
Nazionale italiana nel 1927. Foto di pubblico dominio Di Wikicommons
La Polonia accusa la polizia olandese di azione impropria dopo AZ – Legia Warschau ad Alkmaar. Il ministro della Giustizia olandese Yeşilgöz ritiene che questa sia un’accusa sciocca. Ad esempio, siamo coinvolti in una grave controversia diplomatica su una partita di calcio.
No guerra
Chiamato nel 1969 Guerra del calcio Tra Honduras ed El Salvador. Dopo una serie di partite tra le due nazionali, scoppiò il conflitto armato. È stato un pessimo esempio dell’incontro tra calcio e politica durato più di mezzo secolo, quando la rivalità non era altro che la spinta finale dopo vicende reciproche che non avevano nulla a che fare con il calcio.
Nel 1929 Italia e Austria sfiorarono una vera e propria guerra calcistica. Già all’epoca il dittatore italiano Mussolini abusava di questo sport come propaganda per il fascismo. Hitler non ebbe l’idea con i Giochi Olimpici del 1936, perché Mussolini l’aveva avviata molto prima.
La sconfitta delle undici camicie nere italiane contro l’Austria fu per Mussolini un crimine politico. Un giornale fascista di Roma dichiarò che gli austriaci erano «pessimi omosessuali». Poi sono arrivate le minacce: “Le nostre bombe parleranno di vendetta a tutta l’umanità”.
Non erano molto amichevoli ma alla fine erano solo parole. Assumiamo per comodità che la stessa cosa accadrebbe in un conflitto tra Polonia e Paesi Bassi, e che nessuno dei due paesi permetterebbe che le bombe parlino come una vendetta per tutta l’umanità.
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