Bjorn Andersen era un bel ragazzo. Questo non lo infastidì, finché all’età di 15 anni divenne un punto focale di uno dei classici del cinema italiano: Morte a Venezia (1971) di Luchino Visconti. Cosa significa per lui fare il documentario Il ragazzo più bello del mondo occupazione. È stato elogiato, utilizzato e ignorato dal mondo del cinema italiano, dal jet set usalo come gioco del ragazzo. Ora vaga in giro come un’eco di quel passato.
Presenta un film By the Sea Scream il ragazzo più bello Il film è incorniciato da quattro documentari sull’apogeo del cinema italiano. Insieme, affermano che il mondo del cinema fa vittime.
Ma c’è di più. Ovviamente c’è di più.
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così è La verità su La Dolce Vita Anche un film sul film italiano più famoso di tutti i tempi, in cui Federico Fellini (1920-1993) ha mostrato il suo genio. Amo ogni piccola informazione su questo miracolo e questo cestino da taglio è stato ben speso. Tutti i testimoni oculari che passano hanno qualcosa di meraviglioso da dire, che tu ci creda o no. Ci sono storie folli e racconti folli. Mastroianni? Ha ottenuto il ruolo principale, dice, perché Fellini stava cercando fare qualsiasi, viso sfocato, “E io ce l’avevo.” Il soggetto del film è un budget che è diventato virale e un regista paranoico è andato avanti e si è tenuto in disparte. Il protagonista è la vittima volontaria di questo vortice: il produttore Giuseppe Amato (1899-1964). Era la tazza di tè di tutti, sempre più in una sorta di angoscia esistenziale, e, secondo sua figlia, è morto di crepacuore per lo stress. Non abbiamo quella tensione, sappiamo come è andata a finire: Amato ha visto bene. la vita è bella Il film è già diventato – che non sarebbe esistito se non fosse stato per Federico Fellini, sei quasi dimenticato con questo film.
Questo è stato corretto con un altro documentario di Fellini sullo show: Vilnopolis. Lì senti la seduzione della sua voce inaspettatamente leggera. Lì puoi vederlo in azione, godendo della sua immaginazione sfrenata nel leggendario complesso di studi romani Cinecittà. Lì ci si sente intimi come una grande famiglia, con il fratello minore di cui tutti amano prendersi cura. Vediamo come le persone volano davanti a lui e come incanta una folla di comparse chiassose mentre ride. Il compositore Bovanni lo paragona a un bambino che gioca con i treni. Con i treni espressi, vorrei specificare.
Vilnopolis I suoi film successivi, realizzati tra il 1978 e il 1983 quando era fuori moda, coprono: Prove d’orchestra, Città delle donne, Go Ship, Ginger e Fred. Meno conosciuti e meno amati. Ma guardali e vedrai: vengono dallo stesso spirito allegro di sempre la vita è bella. Sono più maturi e saggi, non più silenziosi o coraggiosi. affatto.
Direttamente al fianco di Fellini, nella stessa industria cinematografica italiana, ha lavorato Pietro Vivarelli. Hai mai sentito parlare di lui? non me. Ma questo è un bel film, prova a guardarlo: Pietro Vivarelli, La vita da film B. Il documentario racconta la turbolenta carriera del produttore di questo film, attraverso una deliziosa parte dopo l’altra. Ha iniziato con i film rock ‘n’ roll, con titoli come ragazzi jukebox (1959). Ciarlatano e artigiano allo stesso tempo, ha realizzato film politici caotici e seri, e ha servito il cinema italiano underground con film del genere “erotico-strano”. Gestendo una discoteca da cui proveniva “ognuno era chiunque”, ha organizzato una grande festa dei Led Zeppelin con estrema inganno. L’intrattenimento italiano era un paese delle meraviglie.
Strana anatra in un boccone rosslini, creato da Alessandro Rossellini, nipote del più disastroso dei quattro matrimoni di Roberto Rossellini. il suo capolavoro Città Aperta di Roma (1945) gli ha portato fama mondiale subito dopo la seconda guerra mondiale. Ha riguadagnato quella fama nel 1950 attraverso la sua relazione con la star del cinema Ingrid Bergman. Ha rotto la sua immagine della sua nuora ideale, bruciata come una donna velata. È molto meno cattivo. (Il modo in cui sono andate le cose, beh, il modo in cui sono andate le cose.) L’antenato Roberto, messo in ombra dal suo talento e dalla sua reputazione, può provocare il caos nella sua stessa vita, portando a un nodo gordiano di discendenti imbronciati. Isabella Rossellini è la più famosa e pacificatrice, e la sua sorella gemella opposta è la più interessante – e questo documentario è una sorta di terapia familiare.
Sommate i cinque film e vedrete: il cinema italiano è fiorito tra gli anni Cinquanta e Settanta, grazie alla rigida diversità in cui i grandi maestri hanno potuto esprimere liberamente i loro talenti: Visconti, Fellini, Rossellini. E Vivarelli, anche quello. In questa confezione ci manca il gancio sinistro distribuito da Pier Paolo Pasolini. Non dimenticatelo, è stato decisivo.
Una versione di questo articolo è apparsa anche su NRC Handelsblad l’8 settembre 2021
Una versione di questo articolo è apparsa anche su NRC la mattina dell’8 settembre 2021
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