“Le crescenti tensioni al confine con l’Ucraina risalgono da anni al conflitto alle porte dell’Europa. E ovviamente tutti vogliono che tutto si risolva il prima possibile attraverso i canali diplomatici, senza parlare di armi. In questo caso, terra e prodotti orticoli”, ha affermato l’economista italiano Gianluca Bagnara, che Il mercato ucraino segue da più di 10 anni per diversi settori, “devono essere inseriti nelle trattative come mezzo di scambio”.
“A livello macroeconomico, l’Ucraina è un importatore netto di beni e servizi dall’Europa: importa più di 23 miliardi di euro ed esporta 16 miliardi di euro. Negli ultimi 10 anni le relazioni commerciali sono aumentate. L’Ucraina importa principalmente beni industriali europei, macchinari , veicoli e prodotti chimici. Polonia, Germania e Ungheria sono i principali partner commerciali all’interno dell’Unione Europea.
“Data la situazione di crisi che sta attraversando il Paese come Paese cuscinetto tra i Paesi NATO e la Russia, si prevede che l’economia ucraina godrà di condizioni favorevoli e di aiuti. Il settore agricolo e orticolo, come spesso accade negli accordi internazionali, diventerà una contrattazione patata fritta.”
Secondo Bagnara, è importante che nelle future trattative si raggiungano accordi sulla base del principio di reciprocità piuttosto che di riconoscimento reciproco. “Ciò significa che se l’Ucraina esporta ortaggi, frutta e altri prodotti agricoli in Europa, deve farlo in conformità con le regole, i protocolli e gli standard di qualità applicabili in Europa. Non si dovrebbe dare il via libera al principio del riconoscimento reciproco, che significa accettare un prodotto importato sotto il controllo del Paese esportatore”.
Negli ultimi anni c’è stata molta produzione di noci in Ucraina, in particolare noci. Rispetto a un prodotto della California, questi costi logistici sono inferiori e potrebbero diventare un articolo da esportare nell’UE in futuro.