
Durante la sua visita in Cina, il cardinale Matteo Zuppi sta cercando di rilanciare l’accordo ucraino sul grano, di cui beneficerebbero molti paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo, la sua visita rappresenta una pietra miliare nei rapporti tra Cina e Vaticano.
Giovedì pomeriggio il cardinale Zuppe ha incontrato a Pechino Li Hui, inviato della Cina per gli affari eurasiatici. Hanno discusso non solo del quadro generale della pace in Ucraina, ma anche specificamente delle possibilità di riprendere le esportazioni di grano dall’Ucraina. A luglio la Russia si è ritirata dall’accordo, bloccando le esportazioni.
L’incontro tra il cardinale italiano e il suo interlocutore cinese può dirsi straordinario: non solo per i temi trattati, ma anche perché è avvenuto. Non esistono relazioni diplomatiche ufficiali tra il Vaticano e la Cina. Questo incontro rappresenta anche la prima volta che si sono svolte consultazioni tra il Vaticano e dignitari cinesi sul suolo cinese.
“Unire le forze”
Secondo il comunicato vaticano, “l’incontro si è svolto in un clima aperto e amichevole”. Il tema della discussione è stato “La guerra in Ucraina e le sue tragiche conseguenze, con un’enfasi sulla necessità di unire gli sforzi a favore del dialogo e trovare vie che conducano alla pace”.
La dichiarazione aggiunge: “Inoltre, è stata discussa la questione della sicurezza alimentare, con la speranza che le esportazioni di grano possano essere rapidamente garantite, soprattutto a beneficio dei paesi più vulnerabili”.
Affare sul grano
Nel luglio 2022 è stato firmato un accordo per consentire le esportazioni di grano dai porti ucraini sul Mar Nero. L’Ucraina è uno dei maggiori fornitori mondiali di colture come olio di girasole, mais e grano. Sono soprattutto i paesi in via di sviluppo a dipendere da queste esportazioni.
La Russia si è ritirata dall’accordo lo scorso luglio. Il Cremlino ha affermato che la promessa secondo cui anche la Russia avrebbe potuto aumentare le esportazioni di cereali e fertilizzanti non è stata mantenuta a causa dell’impatto delle sanzioni occidentali.
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