Gli scienziati hanno utilizzato i dati di 458.146 adulti (Biobank del Regno Unito) con un’età media di 56,5 anni per indagare sui possibili collegamenti tra la morte e cinque tipi di interazioni sociali. Questi erano: quanto spesso riuscivano a confidarsi con qualcuno vicino a loro, quanto spesso si sentivano soli, quanto spesso amici e familiari andavano a trovarli, quanto spesso partecipavano ad attività settimanali di gruppo e, infine, se vivevano o meno da soli. Dopo un follow-up di 12,6 anni, erano morte 33.135 persone.
I ricercatori hanno scoperto il legame più forte tra (mancanza di) interazione sociale e morte tra le persone che non hanno mai fatto visita ad amici e familiari. Per questo gruppo di persone il rischio di morte è aumentato del 39%. Sorprendentemente: anche la partecipazione alle attività di gruppo settimanali non ha compensato l’aumento. Le persone che hanno visitato almeno una volta al mese hanno mostrato un effetto positivo di questa interazione sociale, un effetto protettivo, per così dire.
Nello studio, i ricercatori raccomandano ulteriori ricerche su altre forme di interazioni sociali e su quanto cambiamento sia necessario per ciascun tipo di interazione per aiutare le persone socialmente isolate.
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