L’indice S&P Global Services Purchasing Managers’ Index (PMI) è salito da 48,4 di luglio a 50,5 di agosto, salendo nuovamente al di sopra della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione.
Il risultato è stato superiore alla previsione media di 48,2 in un sondaggio Reuters su otto analisti e potrebbe aiutare ad attenuare i timori di una recessione nella seconda metà di quest’anno nella terza economia della zona euro.
I sottoindici sia dei prezzi degli input che dei prezzi praticati dai fornitori di servizi sono diminuiti rispetto al mese precedente.
Il nuovo commercio è rimasto sostanzialmente stabile, essendosi contratto a luglio per la prima volta da gennaio.
Il PMI manifatturiero più piccolo dell’Italia, pubblicato giovedì, si è contratto per il secondo mese consecutivo ad agosto, poiché le società hanno segnalato un calo della domanda e della produzione industriale.
Il PMI composito, che riunisce i settori dei servizi e manifatturiero, si è attestato a 49,6 ad agosto da 47,7 di luglio, ma ha comunque segnato una contrazione molto modesta.
I dati di giovedì hanno mostrato che l’economia italiana è cresciuta dell’1,1% nel secondo trimestre dei tre mesi precedenti, ma gli analisti si aspettano un forte rallentamento per il resto dell’anno poiché le imprese e le famiglie lottano con l’inflazione e i costi energetici in aumento.