“Non accettiamo interferenze”, ha detto il presidente della Camera Roberto Fico. “Il Parlamento è sovrano e tale rimarrà”. L’intervento dei vicini del Vaticano è l’ultimo capitolo di una serie di mesi intorno a un disegno di legge anti-gay e transgender.
La cosiddetta “Legge Faggio”, dal nome del parlamentare e iniziatore Alessandro Zahn, prevede un’estensione della legge antidiscriminazione esistente. L’orientamento sessuale, l’identità di genere e il genere si aggiungono ai motivi vietati per la discriminazione e la legge istituisce una Giornata nazionale contro l’omofobia. Dopo che il testo è passato alla Camera in modo relativamente regolare a novembre, ora è impossibile far passare la proposta al Senato.
Il disegno di legge è un prodotto della precedente amministrazione e può ancora contare su una ristretta maggioranza in parlamento, ma alcuni senatori di destra hanno bloccato il voto mesi fa. La legge è stata anche criticata in alcuni ambienti di sinistra, in particolare tra i gruppi femministi che si oppongono all’introduzione dell'”identità di genere” come termine legale.
Temono che l’introduzione del termine nella legge offuschi la distinzione tra uomini e donne, ignorando così la discriminazione che colpisce specificamente le donne. La domanda è fino a che punto apparirà sulla scena giuridica il nuovo concetto, già utilizzato dalla Corte costituzionale in una sentenza del 2015.
confusione
L’altra grande obiezione riguarda la libertà di parola e si sente principalmente a destra. Questa voce ha ora l’approvazione del Vaticano, con, secondo la stampa italiana, “interferenze senza precedenti” dall’esterno nella politica nazionale. Secondo la Chiesa cattolica, la nuova legge viola il vecchio trattato tra l’Italia e il Vaticano, firmato quando il Vaticano è diventato uno Stato indipendente.
L’accordo, che risale al 1929, garantisce alla Chiesa la libera diffusione della fede cattolica sul suolo italiano. Con l’arrivo della nuova legge, la Chiesa teme, ad esempio, che le scuole cattoliche siano costrette ad aderire a idee su sesso e genere che si discostano dalla dottrina della Chiesa.
Secondo fonti vaticane, la Chiesa non cerca di ostacolare il disegno di legge, ma cerca piuttosto di emendare il testo “affinché la Chiesa possa continuare liberamente le sue attività pastorali, educative e sociali”.
Il premier Draghi aveva annunciato che mercoledì avrebbe risposto alle interrogazioni sul tema in Parlamento, ma nessuna domanda ha avuto risposta. Il presidente del Consiglio, che vuole accontentare sostenitori e oppositori della sua coalizione, si è limitato a dichiarare che “l’Italia è uno Stato laico e un parlamento libero”. Il presidente del Consiglio ha anche affermato che la discussione di merito dovrebbe svolgersi in Parlamento e non nel governo.