Inflazione alle stelle, una recessione incombente e una crisi energetica sono tra i grandi problemi economici che devono affrontare il vincitore delle elezioni italiane di domenica. Queste sfide si aggiungono ai problemi cronici del paese dell’Europa meridionale come la crescita debole, la produttività stagnante, l’enorme debito pubblico, la bassa occupazione, la burocrazia e un sistema giudiziario lento.
Se i sondaggi d’opinione sono corretti, dopo domenica cadranno tutti tra le braccia dell’estrema destra Giorgia Meloni, leader del partito nazionalista Fratelli d’Italia, o dei Fratelli d’Italia, che è sul punto di diventare la prima protagonista femminile d’Italia ministro. diventare.
Guido Crusito, stretto partner di Meloni e co-fondatore del suo partito, ha avvertito questo mese che il pieno impatto dell’aumento dei costi energetici sull’economia non si farà sentire fino alla fine dell’autunno, portando potenzialmente a diffusi disordini sociali nel paese. “Sarà come Gotham City”, ha detto, riferendosi alla città immaginaria in cui il supereroe Batman combatte il crimine.
Crusito ha già invitato i partiti di opposizione a sostenere il nuovo governo, ma ha già escluso la formazione di una nuova coalizione di unità nazionale, come quella guidata dal premier uscente Mario Draghi. Per controllare i costi energetici, la leader del partito Meloni ha detto che avrebbe esortato l’Europa a porre fine al gas importato dalla Russia, qualcosa che Draghi stava cercando di ottenere per mesi, ma senza successo. Volete anche eliminare il legame tra il prezzo del gas domestico e il prezzo dell’elettricità.
Meloni ha anche promesso ampi tagli alle tasse, pur impegnandosi a prestare attenzione alle finanze pubbliche. Il comunicato diffuso dai Fratelli d’Italia, come quello di tutti i principali partiti politici italiani, fornisce pochi dettagli su come sarà finanziata la politica.
Meloni ha concentrato gran parte della sua campagna sulle piccole e medie imprese in Italia, alle prese con l’impennata dei prezzi dell’energia. Ad esempio, secondo il centro di ricerca economica milanese Cerved, quasi un quarto delle 16mila imprese della città industriale di Terni è a rischio di fallimento a breve termine.
A Terni, a circa 100 chilometri a nord di Roma, il destino dei suoi 106.000 abitanti è indissolubilmente legato da oltre un secolo al suo principale datore di lavoro, Acciai Speciali Terni, una delle più grandi acciaierie italiane. A causa dei costi alle stelle di gas ed elettricità, la fabbrica ha già mandato a casa 400 dei suoi 2.278 lavoratori con salari bassi la scorsa settimana in previsione di tempi migliori. La lobby dell’industria siderurgica Federaccia afferma che i costi per il settore siderurgico italiano affamato di energia sono aumentati di dieci volte rispetto allo scorso anno.
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