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Il portavoce dell’esercito israeliano Hagari ha risposto in una conferenza stampa alle foto dei prigionieri palestinesi che sono state distribuite. Ammette che resta da vedere se siano tutti combattenti di Hamas.
In risposta alla domanda di un giornalista, ha detto: “Si nascondono sottoterra e escono da colonne ed edifici. Stiamo indagando su coloro che sono collegati a Hamas e su coloro che non sono collegati a Hamas. Li arrestiamo e li interroghiamo”.
Si tratta di immagini di uomini bendati che indossano solo le mutande, circondati da soldati armati in un’area che ricorda una cava di sabbia.
Non è chiaro dove siano state scattate le foto. Il sito di notizie israeliano i24 ha scritto in un messaggio allegato a questa foto che 150 “terroristi” si sono arresi all’esercito israeliano a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Il sito web scrive che l’intelligence israeliana indagherà su di loro per ottenere informazioni sui luoghi in cui sono tenuti gli ostaggi israeliani.
Combattenti di Hamas
Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto in altre due foto che mostrano combattenti di Hamas catturati vicino al campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Si tratta della più grande resa dall’inizio della guerra, ha scritto il giornale, con una foto che mostra decine di prigionieri palestinesi, anche loro in gran parte spogliati dei loro vestiti.
La seconda foto mostra che probabilmente gli stessi prigionieri venivano trasportati su un camion.
L’Organizzazione euromediterranea per i diritti umani con sede in Svizzera ha scritto in un messaggio sotto una foto di prigionieri nella sabbia che dozzine di medici, giornalisti, anziani e altri sfollati si nascondono in due edifici scolastici nel nord di Gaza. Sarebbero stati catturati e maltrattati dai soldati israeliani.
Uno degli uomini ha detto all’organizzazione per i diritti umani che almeno sette uomini sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco perché si erano rifiutati di togliersi i vestiti o di obbedire ad altri ordini umilianti dell’esercito.
Si dice che uno dei detenuti sia la giornalista Diaa Al-Kahlot. Sua sorella ha detto al gruppo per i diritti che è stato costretto a lasciare la figlia disabile di sette anni. Si dice anche che sia stato duramente picchiato. Anche l’ex ministro delle Finanze greco Varoufakis ha annunciato in un tweet l’arresto di Dia Kahlot.
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