La pressione per perseguire la felicità fa male alla salute mentale | l’interno

La pressione della società a perseguire la felicità ha conseguenze negative per il benessere psicologico delle persone. Ciò è dimostrato dalla ricerca scientifica condotta da KU Leuven, che è stata finanziata dalla Research Foundation. La pressione per sentirsi felici può effettivamente far sentire peggio le persone. I risultati dello studio sono stati pubblicati giovedì sulla rivista scientifica Scientific Reports.




I ricercatori hanno condotto un’analisi di 7.400 persone provenienti da 40 paesi in tutto il mondo. I risultati mostrano che una maggiore pressione da parte della società porta a una diminuzione del benessere psicologico. Le persone con più stress sono generalmente meno soddisfatte della propria vita, provano meno emozioni positive e sono spesso depresse, ansiose o stanche.

“Questa non è la prima volta che viene studiato il legame tra stress sociale e benessere psicologico”, afferma il ricercatore post-dottorato Egon Dejonkeri (KU Leuven). “I nostri risultati sono in linea con studi precedenti, e quindi con le nostre aspettative”. “Quello che spicca dalla nostra ricerca è il legame che esiste tra i paesi con punteggi alti nel World Happiness Index (WHI). Questa scoperta sembra essere correlata al benessere psicologico”.

Le persone che provengono da paesi con punteggi WHI elevati subiscono una maggiore pressione per essere felici. Non è che lo stress sociale a cui sono esposti sia necessariamente maggiore, ma che sia maggiore il rapporto con il benessere mentale. “Se una persona ‘felice’ è sotto stress, vediamo che spesso prova anche sentimenti negativi o lamentele legate a depressione, ansia o stress.

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la ricerca della felicità

Una possibile ragione addotta da Dejonckheere è il fatto che “la ricerca della felicità” nei paesi “felici” colpisce tutti gli ambiti della vita. Che sia al lavoro, con gli amici o la famiglia, o in altre situazioni, la pressione per sentirsi felici c’è. Anche i social media giocano un ruolo. “C’è la tendenza che una persona non dovrebbe lamentarsi quando si sente male. Quando qualcuno devia dalla norma, è più evidente e quella persona può sentirsi male”.

Tuttavia, il ricercatore ritiene che sia in corso un contromovimento, il che significa che i problemi mentali e il benessere psicologico sono in cima all’agenda. Programmi TV e media stanno prestando più attenzione. “C’è ancora del lavoro da fare, ma è positivo che ‘sentirsi male di tanto in tanto’ sia considerato sempre più normale”.

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