Distinguere tra i cosiddetti pseudofossili e quelle che potrebbero essere prove di vita passata su Marte è la chiave per il successo delle missioni attuali e future alla ricerca di tracce di vita sul Pianeta Rosso. Circa 4 miliardi di anni fa, Marte doveva essere temporaneamente abitabile come lo conosciamo.
Gli astrobiologi dell’Università di Edimburgo e dell’Università di Oxford hanno studiato tutti i processi conosciuti che avrebbero potuto creare depositi simili a fossili nelle rocce di Marte.
Hanno identificato dozzine di processi, e forse molti ancora da scoprire, che potrebbero formare strutture molto simili a quelle formate da semplici forme di vita microscopiche che potrebbero aver vissuto un tempo su Marte.
Tra i campioni “reali” che questi processi possono formare ci sono depositi che assomigliano a cellule batteriche, molecole a base di carbonio che assomigliano molto ai mattoni di tutta la vita come la conosciamo.
Poiché gli effetti della vita possono essere simulati così bene da processi non biologici, affermano i ricercatori, è probabile che le origini di qualsiasi campione simile a fossile trovato su Marte siano molto misteriose.
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