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Helen D’Hanes
Corrispondente Italia
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Le immagini sono state condivise frequentemente dai media italiani negli ultimi giorni: i turisti camminano lungo il fondo del Lago di Garda. Camminano verso San Piaggio, un’isola nel lago che di solito è accessibile solo in barca. Ma ora il livello dell’acqua è di 60 cm inferiore al normale, quindi puoi camminare attraverso il banco di sabbia.
È fantastico per le foto, ma per il resto molto inquietante. “Non ricordo quando il livello dell’acqua del lago era più basso a febbraio”, ha sospirato il sindaco di Garda. Il governo italiano sta tenendo oggi consultazioni di emergenza su una siccità che rischia di avere conseguenze catastrofiche, in particolare nel nord Italia, per il secondo anno consecutivo.
Temperature alte e poca neve
La Pianura Padana, l’area intorno al fiume Po nel nord Italia, è stata già colpita dalla peggiore siccità degli ultimi settant’anni l’anno scorso. La mancanza di neve, le temperature sopra la media e le precipitazioni dello scorso inverno hanno lasciato il fiume più lungo d’Italia ai minimi storici per mesi. In cinque regioni è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Con poche nevicate anche quest’inverno, le prospettive per i prossimi mesi non sono molto promettenti. “Le Alpi hanno un deficit di neve del 50 per cento, rispetto allo scorso anno”, ha osservato il climatologo Massimiliano Baschi sul Corriere della Sera. Secondo lui servono 500 millimetri di pioggia per ripristinare il livello del Lago di Garda, equivalenti a cinquanta giorni di pioggia.
La situazione nel fiume Po è ancora preoccupante, dice il climatologo: “Ci vorrà almeno un anno per tornare alla normalità”.
Un’altra estate molto secca sarebbe un disastro economico. Il 40 per cento del PIL italiano dipende direttamente o indirettamente dall’acqua bovina. Il fertile bacino del fiume ospita non solo colture come grano e riso, ma anche mucche che forniscono il latte per il parmigiano e maiali che vengono trasformati in prosciutto di Parma. Secondo l’organizzazione agricola Coldretti, l’anno scorso la siccità è costata agli agricoltori tre miliardi di euro di mancato guadagno.
Non solo i contadini, ma tutta la gente della zona è preoccupata. “Per almeno 3,5 milioni di italiani l’acqua potabile non è più sicura”, ha dichiarato la scorsa settimana il capo dell’Agenzia italiana per l’acqua potabile. Secondo l’organizzazione, dal 6 al 15 per cento degli italiani vive attualmente in aree colpite da grave o grave siccità.
Un terzo punto di preoccupazione è l’approvvigionamento energetico nel nord Italia. Ci sono centrali idroelettriche di Borodu, alcune delle quali hanno dovuto chiudere per un po’ l’anno scorso a causa della mancanza d’acqua. Il 20 per cento dell’Italia dipende dall’energia idroelettrica.
Commissario nazionale
Con queste cifre preoccupanti sul tavolo, oggi una parte del gabinetto italiano tiene le consultazioni urgenti. Il primo ministro Maloney vuole sviluppare un piano per affrontare la siccità a breve e medio termine. Uno dei piani è quello di nominare un commissario nazionale, che avrà autorità su tutti i documenti relativi alla siccità.
Ciò è necessario perché, anche se è urgente, non è possibile adottare rapidamente misure drastiche. E anche quando ci sono soldi. Dei 4 miliardi stanziati per l’azione per il clima nel piano di ripresa dal coronavirus in Italia, finora solo 300 milioni sono stati stanziati per un progetto, ha affermato il ministro della Protezione civile Musumesi.
Questo perché gli interessi di diverse regioni e settori differiscono notevolmente, il che significa che i progetti spesso non hanno il sostegno di tutte le parti interessate. Il ministro ha affermato che sono necessarie decisioni coraggiose e immediate per riprendersi da anni di stagnazione nel settore idrico.
Esce molta acqua
Sono inoltre in corso di realizzazione progetti di grandi invasi intorno al Po per lo stoccaggio, tra l’altro, di acqua piovana e di disgelo. La rete italiana dell’acqua potabile ha urgente bisogno di sostituzione: più del 30 per cento dell’acqua ora scarica prima di raggiungere il rubinetto.
A metà dicembre è stato aggiornato anche il Piano italiano di adattamento ai cambiamenti climatici, proponendo 360 misure per intervenire contro siccità, frane e alluvioni. Quindi non mancano i progetti. Ma siccome non c’è tempo per attuarle, gli italiani credono soprattutto in una primavera piovosa a breve termine.
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