Lampedusa dichiara lo stato di emergenza a causa dell’elevato numero di arrivi di migranti

Mercoledì le autorità dell’isola italiana di Lampedusa hanno dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’arrivo sull’isola di un numero record di migranti. Secondo le agenzie di stampa internazionali, in 24 ore sono arrivati ​​circa 6.800 migranti a bordo di almeno 120 imbarcazioni. Per fare un confronto: la popolazione dell’isola stessa è di circa 6.300 persone. Il centro di accoglienza per richiedenti asilo sull’isola sarà sovraffollato e i migranti saranno ospitati, tra gli altri luoghi, nelle parrocchie e nelle chiese.

A causa della posizione dell’isola nel Mar Mediterraneo, essendo il punto più meridionale d’Italia, le navi di migranti provenienti dal Nord Africa arrivano spesso a Lampedusa. Il mese scorso sono arrivate almeno sessanta barche al giorno e i record sono già stati battuti. Le autorità stanno cercando di portare quanti più migranti possibile in Sicilia e nel continente italiano per alleviare la pressione sull’isola.

“C’è urgente bisogno di assistenza da parte del governo”, ha affermato il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino. Contro il giornale Corriere della Sera. Viene chiesto a navi e aerei di portare i migranti fuori dall’isola. Si dice anche preoccupato che altri paesi non si assumano la responsabilità della crisi migratoria. “L’Europa non può lasciarci al nostro destino”, ha detto Mannino.

Politica rigorosa

Quest’anno, secondo i dati del governo italiano, sono arrivati ​​in Italia via mare quasi 124.000 migranti, il doppio rispetto a settembre 2022. Nonostante le promesse e i tentativi del primo ministro Giorgia Meloni, che ha fatto della severa politica anti-immigrazione una delle sue più importanti politiche. . Durante la sua campagna elettorale non è possibile ridurre il numero degli immigrati.

La Meloni, insieme al primo ministro Mark Rutte e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è stata strettamente coinvolta nel raggiungimento dell’accordo sulla migrazione con la Tunisia. L’Europa sta investendo nel controllo delle frontiere e nell’economia del Paese nordafricano, ma nonostante ciò i numeri continuano a salire e l’accordo non sembra ancora sortire gli effetti sperati. Mercoledì scorso von der Leyen ha invitato alla pazienza riguardo a questa cooperazione.

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