L’Iran ha giustiziato due uomini per blasfemia

Manifestanti a L’Aia contro il governo iraniano alla fine dell’anno scorso

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L’Iran ha giustiziato due uomini condannati per aver insultato l’Islam e il profeta Maometto. L’agenzia di stampa iraniana Mizan ha riferito che sono stati impiccati nella prigione di Arak, nel governatorato di Markazia.

I due uomini, Yousuf Mehrdad e Sadrullah Fazeli Zari, avrebbero gestito piattaforme online, tra cui un canale Telegram, dedicato all’islamofobia e alla promozione dell’ateismo.

Gli uomini sono stati arrestati nel 2020 e tenuti in isolamento per mesi, il che ha anche impedito loro di contattare le loro famiglie. che riporta Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, che monitora i diritti globali alla libertà di religione.

L’esecuzione di prigionieri per blasfemia non è rara. Condanne più lievi sono state comminate in precedenti condanne. Non è chiaro perché Mehrdad e Fazeli Zari siano stati giustiziati.

Molte esecuzioni in Iran

L’Iran è uno dei paesi in cui il maggior numero di persone viene giustiziato in tutto il mondo. Solo quest’anno, secondo i rapporti, sono stati uccisi 203 prigionieri Iran for Human Rights, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Oslo dedicata ai diritti umani. L’anno scorso ce ne sono stati almeno 582 nell’intero anno, il numero più alto dal 2015.

All’inizio di questa settimana, in Iran è stato giustiziato anche un uomo sospettato di essere coinvolto in un attacco a una parata militare nel 2018, tra le altre cose.

La maggior parte dei prigionieri è stata condannata per reati legati alla droga e omicidio. Almeno quattro persone che hanno partecipato a proteste contro il regime iraniano sono state anche condannate a morte dopo l’uccisione del 22enne Mohseh Amini. È stata arrestata nel settembre dello scorso anno per non aver rispettato il rigido codice di abbigliamento femminile in Iran. È stata aggredita in un’auto della polizia ed è morta poco dopo.

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Inoltre, gli esperti delle Nazioni Unite hanno invitato i musulmani sciiti iraniani, che costituiscono la maggioranza nel Paese, a porre fine alla persecuzione e alle vessazioni delle minoranze religiose. Con questo intendono trattare persone di credenze diverse, come atei e cristiani.

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