L’Italia lascia nuovamente la Nuova Via della Seta cinese e si unisce all’alternativa occidentale

Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato a Pechino il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.Immagine di AP

Il fatto che l’Italia sia l’unico membro dell’UE ad aderire alla Nuova Via della Seta nel 2019 ha già suscitato perplessità. Nell’ambito di tale piano, ufficialmente Belt and Road Initiative, la Cina fornisce prestiti e investimenti in grandi progetti infrastrutturali. Ma l’Italia ha contribuito ad aumentare l’influenza geopolitica della Cina, cosa che gli Stati Uniti e molti paesi europei temevano.

Dopo quattro anni deludenti, l’Italia dirà addio al tentativo fallito. La partenza definitiva deve ancora essere annunciata, ma domenica il Primo Ministro Georgia Meloni ha affermato che una nuova Via della Seta non è necessaria per migliorare le relazioni con la Cina.

Quattro anni fa, dopo tre recessioni in dieci anni, l’Italia era alla ricerca di investimenti per rilanciare l’economia. Il grande mercato cinese, che prima del coronavirus non era ancora sull’orlo del collasso, ha subito un duro colpo. Inoltre, molti italiani si sentivano abbandonati dall’Europa, un sentimento condiviso dal governo populista dell’epoca, che si opponeva all’UE.

Bordo dorato

Anche Shi aveva le sue ragioni. Portare il progetto della Via della Seta in Europa ha dato un lato positivo alla sua politica estera; È stata un’affermazione del progresso e dell’influenza cinese. L’Italia ha anche la più grande popolazione cinese d’Europa.

Ma l’iniziativa è sempre stata un punto dolente per l’Italia, sicuramente per il premier Meloni, che al momento della firma del memorandum era all’opposizione. In pratica, la Via della Seta ha ottenuto poco per l’Italia. Le esportazioni italiane verso la Cina sono fallite, mentre Pechino ha potuto esportare le sue merci in Italia. Gli italiani non realizzarono alcun importante ponte, strada o ferrovia di fabbricazione cinese.

Nonostante la partenza imminente, l’Italia vuole mantenere Pechino amichevole. “Non abbiamo ottenuto grandi risultati con la Nuova Via della Seta, ma questo non importa”, ha detto domenica a Pechino il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Ha promesso una partenza tranquilla e accordi alternativi con la Cina.

Se Roma non si ritirerà prima di dicembre, l’adesione dell’Italia sarà automaticamente rinnovata nel marzo dell’anno successivo.

Alternativa occidentale

Inoltre, l’Italia sembra destinata a intraprendere un altro massiccio progetto infrastrutturale. Sabato il presidente degli Stati Uniti Biden ha presentato a nome dell’Italia Un grande progetto infrastrutturale. Nuove ferrovie, cavi dati e condotte elettriche collegheranno l’India, il Medio Oriente e l’Europa. Al progetto partecipano anche Arabia Saudita, Israele ed Emirati Arabi Uniti, quindi sembra parallelo alla Nuova Via della Seta.

C’è da chiedersi se l’Italia susciterà polemiche con questo. Il principe ereditario saudita autocratico Mohammed bin Salman, che ha investito 20 miliardi di dollari nel progetto, ha sollevato domande sui diritti umani.

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