Roma – Caporellato Termine italiano per l'utilizzo dei lavoratori non dichiarati sui terreni da cui dipende in gran parte l'agricoltura italiana. In tutta Italia sono circa trecentomila i migranti a basso salario che, senza diritti né documenti, faticano dodici ore al giorno sotto il sole cocente per quattro-cinque euro l'ora.
Uno di loro era Sanam Singh, un indiano di 31 anni originario del Punjab, come quasi tutti i lavoratori in nero della regione agricola creata da Mussolini intorno alla città di Latina, cinquanta chilometri a sud di Roma. È qui che entra in gioco la mozzarella di bufala. Quando Sanam Singh arrivò in Italia via mare segreto con sua moglie Soni tre anni fa, dormirono inizialmente in una stalla di bufali. Ma si fecero strada fino a una baracca di lamiera ondulata e aspettarono speranzosi i loro documenti, che secondo il “capo” funzionavano, ma non accadde nulla.
La settimana scorsa è accaduto un terribile incidente a Sanam Singh. Il suo braccio è stato strappato via da una macchina che ricopre le fragole nei campi con la plastica e crea una specie di serra. Quando il “boss” italiano Antonello Lovato (37) ha visto cosa stava succedendo, la prima cosa che ha fatto è stata confiscare tutte le telefonate mentre gli altri indiani urlavano. E dalla moglie di Sanath, Soni. Poi li caricò tutti sul suo camion coperto e mise Sanam, sanguinante copiosamente, con la mano mozzata in una cassetta della frutta, sul marciapiede di fronte alla baracca di lamiera ondulata. E guidando veloce, prima si è fatto una doccia a casa e poi ha ripulito il suo camion dal sangue.
Poiché l'ambulanza è stata allertata troppo tardi, anche l'elicottero d'assalto da Roma è arrivato troppo tardi. Sanam Singh è morto mercoledì per emorragia all'ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Se fosse stata chiamata immediatamente un'ambulanza dal campo, avrebbe potuto essere salvato. «Ma avevo paura, perché non avevano tutti i documenti», ha spiegato Antonello Lovato, che guadagna 111 euro l'anno per le tasse italiane, ma in realtà guadagna qualche milione dai suoi quaranta ettari di terreno, dove lavorano senza sosta nove indiani sotto copertura. . .
In Italia lo sanno tutti, soprattutto tutti i governi che da decenni consentono queste pratiche.
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