L’Italia teme un’estate da profughi – De Groene Amsterdam

Il numero di imbarcazioni che sono riuscite a raggiungere vivi l’Italia nei primi quattro mesi del 2022 è stato leggermente superiore a quello dell’anno precedente; Nel 2021 erano oltre diecimila, nel 2022 quasi undicimila.

Questo non è uno stato di emergenza, ma questi sono ‘numeri invernali’, poiché il Mar Mediterraneo tra il continente africano e l’Italia è spesso troppo pericoloso per essere attraversato. Con l’avvicinarsi della stagione estiva, più persone attraverseranno, ha avvertito unhcrAgenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati

La novità è che gli egiziani sono tra i profughi. Il motivo è che la guerra in Ucraina ha improvvisamente interrotto l’unico serbatoio di grano per l’Africa e l’Egitto. L’Egitto dipende al 90% dal grano russo e ucraino, così come i paesi africani, che hanno vissuto il quarto anno consecutivo di siccità. Senza il grano della Russia e dell’Ucraina, il grano dell’Eritrea, del Sudan, della Somalia, dell’Etiopia, della Nigeria, della Guinea e del Kenya non può sopravvivere. Dopo quattro siccità consecutive, altri 16 milioni di persone del Sahel sono diventate completamente dipendenti. Secondo esso unhcr Grandi numeri in movimento, e presto l’effetto si farà sentire sulle spiagge italiane.

L’Italia sta ora affrontando tre importanti flussi di rifugiati provenienti da diverse parti. Nel nord Italia, via terra su rotaia, profughi ucraini, finora 66mila. La corrente ‘normale’ dall’Africa attraversa il mare attraverso la Libia e la Tunisia e si dirige verso la Sicilia e Lampedusa. Infine, i flussi dalla Turchia e dalla Grecia hanno trovato sulle coste ioniche della Calabria un rifugio per i profughi, soprattutto afgani e pachistani.

La sua cura unhcr Ciò che attende l’Italia quest’estate non aveva molto senso nel discorso del primo ministro italiano Mario Draghi al Parlamento europeo il 2 maggio. Nascosto da qualche parte, ha ammesso che si dovrebbe prestare maggiore attenzione al Mediterraneo, la parte dell’Europa dove sono in arrivo più numeri. Ma non ha ottenuto altro che insistere per l’ennesima volta per rivedere la “logica superata dell’Accordo di Dublino”. Sapeva che non sarebbe successo comunque.

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