Il governo italiano vieta la vendita di carne coltivata in laboratorio. Giovedì è diventato chiaro che il Parlamento ha approvato una legge che dovrebbe tenere questo nuovo tipo di carne fuori dagli scaffali dei negozi italiani.
Diverse aziende, tra cui l’olandese Mosa Meat, stanno sviluppando carne coltivata in laboratorio. Ciò comporta l’alimentazione di alcune cellule animali per aiutarle a crescere fino a diventare un pezzo di carne. Ciò può fornire vantaggi ambientali, ad esempio grazie a minori emissioni di gas serra rispetto all’allevamento convenzionale.
Il governo del primo ministro Giorgia Meloni teme problemi di salute pubblica se le persone mangiassero carne che non proviene da vere mucche, maiali, polli o altri animali. Inoltre, la carne coltivata danneggerebbe l’ampio settore zootecnico italiano. Chi vende tali prodotti è punito con una multa da 10.000 a 60.000 euro per ogni violazione.
La legge mira, tra le altre cose, a preservare l’allevamento come patrimonio nazionale. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, membro del partito Fratelli d’Italia della Meloni, ritiene che la carne coltivata “spezza il rapporto virtuoso tra terra e uomo” che esiste da migliaia di anni.
Inoltre non è consentita la vendita di carne coltivata all’interno dell’UE. Nessuna delle aziende che in futuro vorranno vendere carne coltivata in Europa ha ricevuto l’autorizzazione dall’organismo di regolamentazione europeo. Solo Singapore e gli Stati Uniti hanno accettato di vendere carne coltivata.
L’organizzazione italiana per i diritti degli animali Oipa definisce la legge inutile. Inoltre, i partiti di opposizione accusano il ministro italiano dell’Agricoltura di ostacolare l’innovazione. Inoltre contravviene alle regole del libero mercato interno in Europa
Il gruppo di interesse agricolo italiano Coldiretti classifica i prodotti animali provenienti dal laboratorio come “carne di Frankenstein”. L’associazione sostiene fortemente il divieto. Ciò “proteggerebbe la dieta mediterranea”.
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