Oggi sono esattamente sei mesi dall’insediamento del primo ministro italiano Giorgia Meloni. Laddove inizialmente l’Europa progressista ha resistito, il nazionalista di destra Meloni non se la è cavata troppo male. Quindi la “popolarità della cooperazione europea” non sembra essere affatto finita.
Secondo la giornalista italiana Pauline Valqenet, ci sono poche prove di un “tiro a destra”, come previsto con Meloni. Soprattutto in politica estera, Roma ha continuato costantemente sul vecchio corso. “Non c’è euroscetticismo, ma cerco di mantenere i migliori rapporti possibili con Francia e Germania”, afferma Walkenet.
L’Italia continua anche a sostenere l’Ucraina con le armi, dice. Insieme a questo, dietro al suo predecessore Mario Draghi c’è anche la Meloni. “Quindi non ci sono sorprese o shock al riguardo.”
Paura
La grande sorpresa, dice Walkenet, è che in realtà non ci sono sorprese. Soprattutto Bruxelles e il resto dell’Ue temevano il possibile corso post-fascista della Meloni. «È uno sconosciuto, il suo partito (Fratelli d’Italia, ndr) è considerato nazionalista di destra ed era molto piccolo fino a prima delle elezioni», spiega. “Non so cosa si aspettino a Bruxelles.”
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Non solo le preoccupazioni si sono rivelate finora inutili, ma potrebbe anche esserci un’amicizia tra Rutte e Meloney, nata quando ha incontrato Meloney a Roma. Rutte ha parlato di “buona cooperazione tra noi come persone” e che “non vede l’ora di plasmare il blocco europeo”.
Tono positivo
Il tono positivo di Rutt contrasta con il tradizionale tono critico dei Paesi Bassi nei confronti del pomposo sud Europa. Walkenet pensa che il tono critico non sia solo soffocato dal tono amichevole di Rutte. «Ma è chiaro che Italia e Olanda si sono trovati sull’immigrazione».
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Mentre questo è in cima all’agenda nei Paesi Bassi in relazione all’attuale crisi dell’accoglienza, una tale crisi è stata a lungo in cima all’agenda in Italia. Sia Rutte che Meloni hanno già affermato di voler ridurre drasticamente tale immigrazione e di voler cooperare e “fare accordi con i paesi africani per fermare il più possibile l’immigrazione da lì”, continua Valkenet. “Seguendo l’esempio dell’accordo con la Turchia del 2016”.
Non c’è altro modo
Tuttavia, Walkenet insiste sul fatto che Meloney non è interessata. Dato che l’Italia fa parte dell’Unione Europea e dell’euro, deve rispettare le regole quando si tratta di spesa e budget, ma l’Italia ha un enorme debito nazionale. “Quindi, quando vengono annunciate cose folli, i mercati finanziari vanno sotto pressione e i tassi di interesse sui titoli di stato italiani salgono”, dice. E poi l’Italia è ancora più lontana da casa. Quindi c’è meno spazio per muoversi.’
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Inoltre, l’Italia sta per ricevere quasi 200 miliardi di euro dall’European Corona Recovery Fund. Con quella cifra l’Italia ottiene più soldi dal fondo, ma deve attenersi ai piani concordati che Mario Draghi ha fatto con Bruxelles’, conclude Valquenet. «Su come vengono spesi i soldi, quando vengono investiti e su quali riforme vengono apportate. Se la Meloni non si adeguasse, i soldi non arriverebbero da Bruxelles. Sarebbe un’enorme occasione persa.’
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