Oggi, sabato, un team di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha visitato l’ospedale Al-Shifa nel nord della Striscia di Gaza. La squadra ha visto che l’ospedale non era più in grado di funzionare ed era diventato una “zona della morte”.
La squadra ha potuto trascorrere solo un’ora nel complesso medico per motivi di sicurezza. Ma ciò bastò per stabilire che l’ospedale non era più operativo. “Non c’è acqua, cibo, elettricità, carburante e le scorte mediche sono esaurite”, ha scritto sabato il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus.
È stato gravemente danneggiato da attacchi aerei e bombardamenti. La squadra ha anche visto una fossa comune all’ingresso dell’ospedale Al-Shifa. Secondo gli esperti ci sarebbero state più di ottanta persone all’interno.
I corridoi e il cortile dell’ospedale sono pieni di rifiuti (medici). Una dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che i pazienti e gli operatori sanitari temono per la loro sicurezza e salute.
L’ospedale Al-Shifa non aveva solo una funzione medica, ma è diventato anche un rifugio per molte persone nel nord della Striscia di Gaza in fuga da gravi violenze. Mercoledì le forze israeliane hanno preso d’assalto l’ospedale, dopo che da tempo si erano verificati pesanti combattimenti intorno al complesso.
Secondo l’esercito israeliano, il centro di comando di Hamas si trova nei tunnel sotto l’ospedale. Non è stata ancora fornita alcuna prova concreta e confermata di ciò. Hamas e l’amministrazione ospedaliera negano questa accusa.
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole che i pazienti e gli operatori sanitari vengano evacuati rapidamente
La maggior parte dei cittadini è stata ora evacuata dall’ospedale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono ancora 291 pazienti, tra cui 32 bambini in “condizioni estremamente critiche” e 25 operatori sanitari in ospedale.
L’organizzazione ha dichiarato: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità e i suoi partner stanno sviluppando un piano urgente per l’evacuazione immediata dei restanti pazienti, del personale e delle loro famiglie”.
Il gruppo che ha visitato la più grande struttura medica della Striscia di Gaza comprendeva esperti sanitari, personale logistico e di sicurezza provenienti da vari rami delle Nazioni Unite.