Quanto è fascista la molto comprensiva Georgia Meloni? -Amsterdam verde

Georgia Meloney dopo la sua vittoria elettorale, 26 settembre

© Piero Tenagli / ipa-agency.net / ANP

Non deve invidiare Giorgia Meloni, 45 anni, che ha vinto le elezioni italiane ed è già presa tra gli ego dei suoi partner Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Alleati alle urne, la sinistra non capirà come fa sempre la destra in Italia. Ma adesso ognuno per sé, ed è vero che la piccola Georgia Meloni con 1 milione e 63 e oltre il 26 per cento dei voti è la corazzata di questo governo ‘post’, ‘neo’ o semplicemente fascista. Entrambi gli ego non sono già chiari.

“Sono il direttore di questo governo”, dice Berlusconi, che il 29 settembre compirà 86 anni. “Se qualcosa è diventato chiaro negli ultimi anni, è che l’agenda sulla sicurezza e l’immigrazione clandestina alla Lega è in buone mani”, ha detto Matteo Salvini, intendendo che dovrebbe essere di nuovo ministro dell’Interno. Ognuno di loro ha segnato meno del nove percento, ma ora possono giocare bene. Perché senza di loro la Georgia Meloni non può governare, secondo la legge elettorale, che dà un bonus enorme alle coalizioni precostituite. Con la sua sproporzionata maggioranza in Parlamento, si trova incastrata tra questi due uomini, entrambi desiderosi di cose irraggiungibili.

Matteo Salvini non può più fare acrobazie anti-rifugiati sui barconi delle Ong nel Mediterraneo perché Georgia Meloni non lo vuole al Ministero dell’Interno. E il più saggio, Sergio Mattarella (81), capo della Democrazia Cristiana della Repubblica, non lo vuole lì. L’establishment politico italiano deve approvare la lista dei ministri del presidente e il gran maestro della politica Sergio Mattarella non si muoverà sulla questione. Peccato che l’insediamento di questo nuovo governo coincida con la marcia su Roma di un secolo prima (27-29 ottobre 1922). È una data che Sergio Mattarella non vuole ricordare così, perché ci riprovano. O no?

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È logico che tutti all’estero ora si stiano ponendo principalmente questa domanda: oh quanto è simpatica, a prima vista sottomessa e intelligente Georgia Melony, quanto è fascista? Quando il principale conduttore italiano le ha chiesto una sorta di “scusami, ma dobbiamo parlarne” durante un’intervista prima del silenzio elettorale di venerdì sera, ha detto con gioia provata: “Anko!” È piatto romano ‘Angora’, o “Non di nuovo, E”. Poi è arrivata la melodia familiare: la “scusa” del fascismo era “Linus ‘copertina per la sinistra”, che si lamentava sempre delle sue radici (radicali) fasciste, ora era il 2022 e “la gente” aveva altre preoccupazioni. Le loro teste, per esempio le bollette del gas e della luce.

Come se “voi giornalisti” e “media stranieri” foste una razza diversa, quando “la gente” è impegnata in cose completamente diverse, è sempre uno stratagemma evasivo, come se si parlasse di posta del tutto insignificante. Questo in parte è vero anche in Italia, ci sono infatti tanti italiani per i quali ‘lui’ (Mussolini) ha fatto tante cose buone, treni in orario, bonifica della zona malarica a sud di Roma, architetture imponenti, grandi case popolari, opportunità di lavoro e protezione penale per i criminali di strada. , quindi non in quel momento.

Ma solo alcuni italiani ricordano che la dittatura fascista di Mussolini, di pari passo con il nazismo di Hitler, fu un regime criminale responsabile di milioni di morti. Sicuramente i lettori della terza parte del racconto mussoliniano di Antonio Scorati sono È stato pubblicato di recente, ed è subito in cima alla classifica delle letture italiane. Ma sono il resto degli italiani che, ora scuotendo la testa davanti a tanta ignoranza storica, si allontaneranno dalla politica italiana negli anni a venire. Perché Georgia Meloni non è tipo da arrendersi facilmente.

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Quindi un’altra ‘M’, ancora quella fiamma nel tricolore italiano nel simbolo del partito. La fiamma che svetta al mausoleo di Mussolini a Predappio, suo luogo di nascita e luogo di pellegrinaggio per l’umanità che dovette spostarsi un po’ ai margini dopo la seconda guerra mondiale, è ora improvvisamente rimessa sul palcoscenico principale. L’umanità parla nel nuovo linguaggio in codice ‘M’.

“Per molti di noi è stata una notte di vendetta, una notte fuori dall’oscurità, una notte di lacrime e abbracci”, ha detto Georgia Meloni domenica scorsa. Aveva un aspetto speciale, poteva dire con un sorriso a chi era nella hall dell’hotel Fargo di Principe. Lussuoso Hotel nell’elegante quartiere Parioli. “Il nostro pensiero va ai tanti di noi che non ci siamo più e ai quali dedichiamo questa vittoria”. Tutti sembravano capire a chi si riferisse con questa nota confusa, non c’era bisogno di nomi.

“Ma quando questa notte sarà finita” – puoi capire dalla sua espressione mutevole che è destinata agli estranei – “dobbiamo renderci conto che questa non è la linea del traguardo. È la linea di partenza. Dobbiamo mostrare ciò per cui vale la pena iniziare domani mattina, perché questo è il momento». res-pon-sa-bi-li-tà’, Responsabilità, enfaticamente scandite.

Perché ovviamente: “Se possiamo governare l’Italia, lo faremo per tutti, per tutti gli italiani”. Come molti media nazionali ed esteri hanno riportato a livello locale, è stato un annuncio deciso e armonioso. ‘Non tradiremo l’Italia, non tradiremo l’Italia’ non era quella frase che ripeteva ancora. Ti chiedi chi siano, quei “noi” e “molti di noi se ne sono andati”.

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