Il paese di Canzono, un tempo sonnolento borgo agricolo a un'ora di macchina da Milano, fu acquistato dall'imprenditore Mario Bagno negli anni '60, demolito e ricostruito. Aveva grandi progetti e trasformarlo in un parco divertimenti con il glamour di Las Vegas.
Ma nel 1976, pochi anni dopo che Bagno aprì i cancelli della sua Las Vegas italiana, l’unica strada di accesso fu distrutta da una frana. È così che Canzono è passato da paese da sogno a paese fantasma.
Bellissime città fantasma
Come Canzono, ci sono migliaia di città e villaggi fantasma abbandonati in Italia – e nel resto del mondo. Alcuni sono completamente deserti, mentre altri sono abitati solo da pochi residenti testardi che non vogliono andarsene. Gli italiani non fanno eccezione in questo senso: gli abitanti di queste antiche case-grotte in Spagna, Cina e Australia, tra gli altri, si sono dimostrati molto tenaci.
Il fotografo Bruno Zanzotera ha fatto uno sport visitando i villaggi infestati nel suo paese d'origine; Il risultato può essere trovato qui sotto. Alcuni sono stati sfollati a causa di disastri naturali come terremoti e inondazioni. Altri devono i loro posti vacanti a sviluppi economici come la chiusura di miniere o la sostituzione di strade.
Per saperne di più: Vogelsang: una città fantasma sovietica segreta vicino a Berlino
Contanti gratuiti per i nuovi residenti
Negli ultimi anni, i comuni in contrazione hanno nuovamente compiuto sforzi frenetici per aumentare la propria popolazione. Pradaricia, un borgo medievale della Toscana caduto in rovina dopo che gli abitanti si sono trasferiti nei paesi vicini per lavoro, è stato addirittura messo in vendita su eBay, e il sindaco della vacante Bormida avrebbe offerto in dono duemila euro . Chiunque andrà al suo villaggio.
Solo il tempo dirà se queste tattiche daranno i loro frutti. Nel frattempo, i villaggi fantasma d'Italia sono un'ottima destinazione per gli avidi esploratori urbani.
Guarda le immagini qui sotto del fotografo Bruno Zanzotera.
Merao Brand è l'editor digitale del National Geographic e scrive regolarmente per la rivista. Durante i suoi studi di geografia umana, ha imparato a collocare gli eventi locali in un contesto internazionale. Come giornalista freelance, cerca le piccole storie dietro le grandi notizie. Scrive, tra gli altri, per VPRO e per il Museo Nazionale dell'Olocausto.