Gli ingegneri sono stati in grado di creare una reazione di fusione nucleare in un reattore ricoperto di tungsteno, invece della solita grafite. Questa è stata la reazione più attiva fino ad oggi in un reattore di questo tipo.
La reazione è stata generata in un ambiente tokamak allo stato stazionario (WEST), un reattore sperimentale in Francia. La temperatura del plasma ha raggiunto circa 50 milioni di gradi Celsius. La risposta è durata più di sei minuti. Risultati È stato confermato A cura del laboratorio statunitense di fisica del plasma di Princeton.
Anche se in precedenza nei reattori a fusione sono state generate reazioni più lunghe e più calde, questo è un record per un reattore rivestito internamente di tungsteno. Il tungsteno è un materiale adatto perché, tra le altre cose, ha un punto di fusione molto elevato. Il plasma era il 15% più attivo che in passato e due volte più denso. Un totale di 1,15 GJ è stato pompato nel reattore per mantenere la reazione.
Ancora lontano
Un avvertimento è che non viene prodotta più energia di quella immessa nel reattore per mantenere la reazione. Ciò che è importante è che il reattore di tungsteno sembra essere in grado di contenere un plasma più compatto ed energetico rispetto ai modelli convenzionali.
Se si vuole commercializzare la fusione nucleare, è necessario trovare il modo di rendere il plasma quanto più compatto ed energetico possibile. Solo allora la temperatura e la pressione nel reattore potranno essere sufficientemente elevate da ottenere guadagni energetici netti per lunghi periodi. Stanno emergendo anche altri reattori sperimentali che utilizzano il tungsteno al posto della grafite Mostra risultati migliori.
Il reattore più grande
Potrebbero volerci decenni prima che la fusione nucleare diventi disponibile in commercio. Gli esperimenti condotti oggi aiutano gli scienziati a raggiungere questo obiettivo. Nel prossimo futuro, nel sud della Francia, verrà inaugurato il più grande reattore sperimentale finora realizzato, ITER. In questo reattore viene utilizzato anche il tungsteno.
Si prevede che ITER aprirà la strada alla fusione nucleare commerciale dimostrando il potenziale di estrazione netta di energia su larga scala.
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