

I difficili rapporti tra padre e figlio o l’intimo legame tra fratelli o amici sono antichi quanto l’umanità stessa e hanno ispirato innumerevoli storie e leggende. Dall’epopea cristiana di Caino e Abele alla psicoanalisi di Sigmund Freud, governano le nostre vite. Questi temi si ritrovano anche nell’opera “Gli otto monti” dello scrittore italiano Paolo Cognetti. A giudicare dal titolo, si potrebbe pensare che sia un libro sulla natura, ma è molto di più. La coppia di registi belgi e la coppia reale, Charlotte Vandermeerich e Felix van Groningen, si sono incaricati di filmare l’azione.
All’età di dodici anni, il timido Pietro (Luca Marinelli) incontra Bruno (Alessandro Borghi). Quest’ultimo lavora come ragazzo di campagna nel villaggio di montagna italiano (immaginario) di Grana, mentre Pietro vive nella città (non immaginaria) di Torino con la sua famiglia borghese. Tra i due ragazzi nasce una bella amicizia, e intanto il piccolo Pietro esce con il padre Giovanni (Filippo Timi) in montagna e impara a conoscere la bellezza della natura. Dopo un tentativo fallito da parte dei genitori di Pietro di portare Bruno in città per allevarlo, si perdono di vista e contemporaneamente si apre una spaccatura tra Pietro e suo padre.
La salute di Giovanni peggiorò e morì all’età di 62 anni. Il rapporto tra padre e figlio, ormai sui trent’anni, non si è mai ripreso e Pietro ha iniziato a cercare suo padre. Pietro, diciannove anni dopo il suo primo arrivo, torna nel casolare di Grana dove la famiglia andava in villeggiatura. Bruno e Pietro si incontrano presto, ormai cresciuti e completamente barbuti. Qui quest’ultimo scopre che suo padre ha stretto amicizia con Bruno ed è infatti diventato un fratello che Pietro non ha mai visto. Giovanni comprò una casa – piuttosto un rudere – in montagna e chiese a Bruno di sistemarla. I due finiscono a casa e iniziano un nuovo capitolo della loro vita.
The Eight Mountains è un film su cosa significa essere umani e su come affrontare le nostre emozioni. Sia Pietro che Bruno hanno difficoltà a gestire le proprie emozioni. Sebbene si conoscano per la maggior parte della loro vita, raramente parlano di problemi e/o di ciò che accade nella loro vita quotidiana. Nelle scene in cui lo fanno, porta al confronto. Inoltre, si tratta di trovare se stessi come persona o come dice Bruno: “Devi trovare le tue parole”. Il titolo del libro e del film si riferisce al tour delle otto montagne del Nepal e funge da metafora. Pietro fa questa passeggiata e si scopre. Mentre Pietro allarga i suoi orizzonti, Bruno resta con le sue amate montagne in Italia. Quando la marea cambia e i sogni di Bruno di un paradiso montano crollano, anche il suo mondo crolla. Conosceva solo la montagna o come sintetizza Pietro: “Ti metti in testa i tuoi limiti”. In altre parole, scoprire se stessi è trovare i propri limiti, riconoscerli e fare ciò che si vuole con essi.
Pietro deve imparare ad accettare che suo padre abbia sviluppato un nuovo rapporto padre-figlio con Bruno. Durante tutto il film, cerca davvero suo padre e comprende meglio se stesso e la sua amicizia con Bruno. Un momento toccante quando l’adolescente Pietro dice a suo padre che non vuole essere come lui. Nonostante questo, insegue comunque suo padre e inizia ad assomigliare sempre di più al suo vecchio di quanto vorrebbe essere.
Certo, la natura non poteva mancare in una storia chiamata “Le otto montagne”. Fin dall’inizio si crea un contrasto tra le città squallide, come hanno ripetuto più volte Giovanna e Pietro, e la natura ventilata e incontaminata. Le brevi scene sono state girate nella Torino trafficata e cupa, con tanto rumore e traffico. D’altra parte, le parti in montagna sono tranquille, verdi e idilliache. Fotografia statica e dinamica. Tuttavia, la natura non è ciò che sembra e “The Eight Mountains” mostra che l’ideale di Walden di vivere in una capanna nel bosco potrebbe essere ancora un’utopia. Bruno crede che la situazione e la natura abbiano il controllo, ma come molti prima di lui hanno sperimentato, nessuno è padrone e padrone della Madre Terra.
Tecnicamente parlando, le “Otto montagne” sono state assemblate in modo brillante. L’intero film è stato girato nel formato 1.33: 1. Con scatti incredibilmente belli della natura e dei paesaggi montuosi, il film potrebbe benissimo essere un documentario sulla natura in sé. Tutto il resto è un bonus. A volte ti aspetti di sentire la voce di David Attenborough provenire dallo schermo. Posizionare le telecamere su un terreno così accidentato e irregolare deve essere stata un’impressionante impresa pratica, che rende il film ancora più emozionante. Raramente le montagne hanno avuto un aspetto così incantevole. Lo spettatore ha quasi voglia di uscire e accamparsi sulle Alpi per l’estate. Il tutto è accompagnato da un sottofondo musicale pacato e piacevole, soprattutto dallo svedese Daniel Norgren.
“The Eight Mountains” è una storia che risuona per un po’ e ti commuoverà a volte. I temi violenti diventano negoziabili – ironia della sorte, non solo per Bruno e Pietro – e sono rappresentati in modo semplicemente meraviglioso. Con questa storia, il duo di registi ha realizzato un adattamento cinematografico a dir poco.
Nick Magshrwich
Voto: 4
Proiezione del film: 22 dicembre 2023
Rilascio VOD: 23 marzo 2023 (Casa Pathè)

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