direzione: Marco Simone Boccioni | Scenario: Luca de Bey, Marco Simone Boccioni | sputo: Francesco Gigi (Leon Ferrari), Filippo Timmy (Paolo), Francesco Chiana (Simon), Julia Menza (Ana del Monte), Judi May (Telli), ao | tempo di gioco: 109 minuti | anno: 2022
Per un progetto scolastico, Leon sta girando un documentario sulla sua famiglia. Il motivo è che ha due genitori, Paulo e Simon. Ciò significa che secondo la legge italiana non può essere registrato come figlio di entrambi. La legge si basa esclusivamente sui genitori biologici. Sia Paulo che Simon gli assicuravano sempre che non si trattava di legami di sangue, ma di educazione. Tuttavia, quando la loro relazione viene messa alla prova, viene nuovamente sollevata la domanda sull’identità del padre biologico.
La prospettiva del film è originale e il colore del protagonista è simpatico. Ama i suoi genitori e non vorrebbe mai scambiarli, ma a volte cade anche nel pregiudizio. Che si tratti di questioni legalmente poco regolamentate per le persone LGBTQ+ o di compagni di scuola che fanno battute. Tuttavia, l’attenzione sull’aspetto familiare funziona bene fino a quando non emergono sviluppi drammatici.
Ad esempio, Simone avrebbe avuto una relazione da due anni, cosa che ha sconvolto la relazione stabile con Paolo. Nel frattempo, Leon si innamora della nuova ragazza della sua classe, Anna, e ha un fratello che ha una cotta per Leon, ma non è ancora uscito. Tutte queste storie ruotano attorno a cliché e questo garantisce una perdita di profondità.
I cambiamenti si susseguono in rapida successione, senza dare tregua allo spettatore o dare spazio ai personaggi per respirare. Questo trasforma la faida Paulo e Simon in caricature che distruggono la proprietà dell’altro per vendetta. Ciò contrasta con il modo in cui il film dà l’impressione nella sua apertura di voler essenzialmente dipingere un ritratto di una famiglia famosa, con l’amore come elemento più importante.
Anche altri personaggi vengono interpretati principalmente per fornire il dramma, ma scompaiono dalla vista quando la storia non ne ha più bisogno. Ecco perché il rapporto che Leon ha con il suo migliore amico sembra così arretrato e tu come spettatore a volte puoi chiederti perché sono amici. Lo stesso vale per la relazione emergente con Anna.
Questi elementi, insieme a una colonna sonora insignificante, battute che sembrano meno originali del concept del film e una cinematografia altrettanto piacevole assicurano che Il Filo Invisibile Perdi molti punti. Nonostante il cuore del film sia nel posto giusto e cerchi di tramare una bella storia familiare, l’esecuzione lascia un po’ a desiderare.
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