Recensione Il Buco – Recensione su FilmTotaal

direzione: Michelangelo Framartino | Scenario: Michelangelo Framartino, Giovanna Giuliani | sputo: Claudia Candoso, Mila Costi, Carlos Jose Crespo, Antonio Lanza, Federico Gregoretti, Leonardo Larroca, ecc. tempo di gioco: 90 minuti | anno: 2021

Devi essere dell’umore giusto per questo film malato sugli scienziati italiani che, nel 1961, scesero in una delle grotte più profonde del mondo. In realtà non ci sono hadith e nessuna trama degna di nota. Il Poco (‘Het Gat’) Soprattutto deve essere vissuto, sullo schermo più grande possibile. Coloro che si immergono in questo miserabile mondo, escono rinfrescati dalla sala cinema

Viaggiando in treno nell’estremo sud dell’Italia, un gruppo di giovani speleologi si accampa in montagna e inizia a scendere in quella che si rivela essere una delle grotte più profonde della Terra. Parallelamente, seguiamo un pastorello debole che osserva il gruppo da lontano. Chiunque abbia familiarità con il lavoro precedente del regista italiano Michelangelo Framartino avrà un déjà vu tra l’altro. Il suo precedente film Il buono Le Quattro VoltHo parlato anche degli ultimi giorni di un pastore malato. Anche questo film è stato ambientato nella fotogenica Calabria deserta.

Ancor più del precedente film di Framartino, è tanto un lungometraggio quanto un documentario. Per il progetto dodici veri speleologi sono scesi in una grotta con attrezzature e attrezzature degli anni ’60. Nelle riprese dei pazienti, a volte della durata di minuti, osserviamo gli scienziati scendere lentamente ma inesorabilmente, lanciando pietre e bruciando ripieni di giornali per avere un senso di profondità. Se gli scienziati si parlassero davvero, non ci sarebbero traduzioni. Allo spettatore semplicemente non importa cosa viene detto. A proposito, non pensare che questo sia un film opprimente che si svolge principalmente sottoterra: l’ambiente della grotta è un personaggio in sé.

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Il fatto che Frammartino abbia una passione per i tempi passati a causa degli schizzi di liquidi sullo schermo. L’arte artigianale di scendere nelle grotte, armati solo di lampade a gas e funi. Primitive condizioni di vita di un pastore di montagna, come se il Novecento non fosse ancora arrivato. Un remoto villaggio di montagna dove tutti i residenti si radunano intorno a una TV la sera. E tutto questo è catturato in quelle foto meravigliose e serene, come dipinti di dimensioni di un metro che tolgono letteralmente il fiato.

Il cinema contemplativo, in altre parole, non piacerà certo a tutti. In poche parole, c’è ben poco a che fare con questo e il film si basa molto sull’atmosfera e sulle belle immagini. Ad essere onesti, devi anche impegnarti un po’ in un film come Il Poco Per cercare, ma poi ottieni anche qualcosa. Basta non farlo a casa, ma sullo schermo più grande possibile.

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