La tappa, denominata Tappa dei Muri per via della breve e impegnativa salita finale, si è conclusa in volata per una selezione di corridori. Roglic, già in testa alla classifica, si è tenuto alle spalle il britannico Tao Geoghegan Hart e il portoghese Joao Almeida.
Domenica ci sarà un’altra tappa completamente pianeggiante con partenza e arrivo a San Benedetto del Tronto. “Non ho ancora vinto la gara”, Roglic è rimasto diffidente. “Siamo arrivati fin qui solo dopo l’ultima tappa, ma sono molto contento di questa nuova vittoria di tappa”.
A Roglic (33) è mancato il supporto dei compagni nella fase finale. Wilko Kelderman è scomparso dopo essere passato in vantaggio, Dylan van Barley si era ritirato in precedenza, mentre anche il belga Wott van Aert ha fallito. “È stato molto difficile con i corridori intorno a me che erano così vicini alla classifica. Avevamo già altri piani oggi, ma ovviamente è pazzesco prenotare la mia terza vittoria di tappa qui e quasi assicurarmi la classifica. È stato molto pesante, ma il mio gamba destra.”
Un gruppo in testa con il russo Alexander Vlasov e gli attacchi nell’ultimo chilometro dello spagnolo Mikel Landa e del canadese Michael Woods non avrebbero potuto impensierire Roglic. Nello sprint è partito appena 100 metri prima del traguardo. Tanto è bastato ancora allo sloveno, che sta correndo il suo primo Gran Premio in Italia dopo la caduta alla Vuelta a España e poi l’operazione alla spalla.
Roglic è il suo obiettivo principale per il Giro d’Italia di quest’anno, e per principio non corre al Tour de France, corsa che ha quasi vinto nel 2020. “Prima fammi provare a vincere il Giro, solo allora posso chiedere io stesso quale razza sono ancora mi manca nel mio albo d’onore.
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