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Se Israele invadesse Rafah, “cambierebbe le regole del gioco e causerebbe una catastrofe umanitaria”. Lo ha affermato il primo ministro uscente Rutte alla Camera dei Rappresentanti. Ha aggiunto: “Dopodiché ci incontreremo come governo per deliberare. Questo è un momento politico che avrà delle conseguenze”.
Rutte ha trasmesso questo messaggio al primo ministro israeliano Netanyahu, affermando che l’accesso agli aiuti umanitari deve ora essere la prima priorità.
Nel caso estremo, se Israele invadesse Rafah su larga scala, il Consiglio dei Ministri discuterà la possibilità di imporre sanzioni o altre misure contro Israele. Ma Rutte dice che non ci sono indicazioni che un simile raid sia imminente.
Secondo Rutte, i Paesi Bassi sono in una posizione diplomatica, il che significa che finora sono stati fatti “piccoli passi”. “Vogliamo vedere grandi passi da parte di Israele adesso”. Respinge la critica di Dink secondo cui non ha senso parlare con il governo israeliano. “Smettendo di parlare non otterremo nulla”.
Critica anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti
I leader dell’Unione Europea intendono invitare Israele, nel vertice di Bruxelles che si terrà alla fine di questa settimana, a non portare avanti la tanto attesa offensiva di terra, come annunciato la scorsa settimana.
Anche il presidente degli Stati Uniti Biden ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione per la situazione umanitaria a Rafah nel caso in cui si verificasse un'invasione israeliana. Gli Stati Uniti vogliono che Israele presenti per primo un “piano credibile” che garantisca la sicurezza dei civili innocenti. Secondo gli Stati Uniti non esiste ancora un piano del genere.
È probabile che una delegazione israeliana si rechi a Washington all’inizio della prossima settimana per discutere la situazione. Pertanto, gli Stati Uniti proporranno a Israele un piano alternativo, che eviti di lanciare un attacco di terra a Rafah.
Ci sono grandi preoccupazioni per la situazione umanitaria nella città meridionale, che ospita 1,4 milioni di abitanti di Gaza. Molte persone vivono nei campi in condizioni pessime.