Una potenziale indagine sugli abusi sessuali nelle chiese cattoliche italiane

Papa Francesco

A Vreed è stato chiesto se papa Francesco potesse significare qualcosa. «Sì e no. Papa Francesco è il Vescovo di Roma e uno di loro. È il Primate, il primo vescovo dei Duecento. A differenza di altri Paesi, come Papa, ha diritto di scegliere il proprio presidente. Ma il Sinodo è un corpo di vescovi che cooperano, hanno autonomia, hanno le proprie responsabilità, quindi può esercitare pressioni, ma devono concordare tra loro quello che vogliono fare”.

“Statisticamente, ci sono probabilmente molti casi di abusi in Italia. C’erano tre volte più sacerdoti in Italia che in Francia, e abbiamo visto cosa è successo in Francia quando l’indagine è stata resa pubblica. I risultati di una ricerca approfondita creeranno sicuramente opposizione In Italia io «tutte le denunce di abusi vanno prima al vescovo. Ma alcuni, entrarono subito negli uffici in Vaticano. C’è un legame tra la Curia ei vescovi».

O’Malley

Quando le viene chiesto se Vreed pensa che ci siano buone possibilità che succeda qualcosa, è chiara. “Non sono del tutto pessimista. Ci sono molti segnali che qualcosa sta per accadere. Riguarda la scelta di quel nuovo presidente. Il Papa ha scelto un vescovo che sappia collegare bene le persone e integrare le persone” Inoltre qualcosa importante è successo. Il giorno in cui i vescovi hanno parlato di abusi sessuali, a O’Malley è stato mostrato un videomessaggio da Boston, un cardinale americano specializzato in abusi sessuali. Il videomessaggio è molto patetico”.

“In realtà è una sorta di road map; questo è abuso sessuale, questo è quello che bisogna fare, cari fratelli, spiega passo dopo passo cosa bisogna fare. E guardare nel dettaglio al passato e collaborare con le autorità civili. Quindi le pressioni dei vescovi ora sono state esercitate dal Papa, non possono più fare niente. Quindi chissà, potrebbe essere un annuncio, resta da vedere. Ma senza fare nulla non è più possibile”.

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