Vera – giornale del cinema

In questo film sull'eredità, l'apparenza e l'autenticità, la socialite italiana Vera Gemma, figlia dell'attore e sex symbol Giuliano Gemma, interpreta il suo ruolo in modo convincente.

L'italiana Tesa Coffey e l'austriaco Rainer Fremel lavorano insieme come coppia di registi dal 1996. Nel loro nuovo film, il cinema dei loro paesi d'origine sembra fondersi. Quando si vede l'eroina del titolo Vera nel suo look alla Donatella Versace, con tanto di capelli lisci come una parrucca, muoversi attraverso la vita notturna italiana nelle scene iniziali, si sospetta un film dal contenuto altamente satirico di RAI Uno, come in Celebrazioni di Paolo Sorrentino. Grande bellezza (2013). Presto ci si chiede se si tratti di una scena ironica o intrisa di cinismo, come nel mondo misantropico dell'austriaco Ulrich Seidl (Rimini, 2022). È glamour o è cupo? Un inizio emozionante per un film altrettanto emozionante.

La protagonista è Vera Gemma e questo è anche il nome della persona che la interpreta, perché Vera la interpreta: una socialite italiana che, in quanto figlia di Giuliano Gemma, attore ormai defunto, molto popolare e sex symbol in Italia – vive sempre per la grazia degli altri. Dovendo vederla costantemente ed essendo sotto i riflettori che in realtà sono per sempre puntati sul suo idolo padre (e anche su se stessa). Guarda vecchi film di famiglia con sua sorella e anche suo padre è un campione di flessione muscolare.

Vera è come una pianta all'ombra che vuole catturare più luce. Mentre mio padre ha recitato in innumerevoli Spaghetti Western e classici di Luchino Visconti Il Gatopardo (1963), compaiono nei test dove vengono respinti ancor prima che venga pronunciata una frase.

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A Vera Coffey e Friemel commentano il patrimonio, l'apparenza e l'autenticità, senza giudicarli direttamente. Anche l'esterno del film stesso ci inganna. La più grande affermazione del film è che è un misto di fantasia e realtà, senza mai rivelare dove finisce l'una e inizia l'altra. Come spettatore tendi a indovinare l'equilibrio: cosa è immaginario, cosa è reale? E cosa si avvicina esattamente alla realtà attraverso la sua presentazione?

Vera È stato abilmente girato come un documentario cinéma vérité, con una piccola troupe di tre persone al massimo dietro la telecamera, sulla base dei numerosi incarichi svolti dagli stessi Covi e Frimmel. La loro intimità attentamente costruita ci unisce Una mosca sul muro Al cospetto di una donna che nasce come persona in più e che finalmente ricopre un ruolo da protagonista nella sua vita.

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