La leader estromessa dal Myanmar chiede nuovamente di parlare con il suo avvocato

La leader estromessa dal Myanmar, Aung San Suu Kyi, ha chiesto nuovamente in una breve udienza digitale di parlare di persona con il suo avvocato. È stata incarcerata dal colpo di stato militare del 1 ° febbraio. I nuovi governanti la accusano di aver violato il dovere di segretezza e di aver violato le procedure di Corona. La prossima sessione sarà il 26 aprile.

Alla fine di marzo, Suu Kyi ha avuto l’opportunità di usarlo Parla con un avvocato. In una stazione di polizia circondata da agenti di polizia, l’avvocato è stato autorizzato a parlare con il suo cliente tramite collegamento video. La conversazione poteva riguardare solo la causa. Suu Kyi ha anche detto che vuole incontrare il suo avvocato di persona e senza supervisione. I militari non hanno acconsentito a questa richiesta.

Dimostrazioni sanguinose

Almeno 700 persone sono morte nelle manifestazioni da quando i militari hanno estromesso Aung San Suu Kyi. Quasi tremila persone sono state arrestate. Anche le proteste si sono concluse con la violenza alla fine della scorsa settimana.

I rapporti sul numero di vittime variano notevolmente: da almeno dieci ad almeno 82, hanno scritto un gruppo di lavoro locale e un’organizzazione giornalistica. Sulla televisione di stato, Diciannove persone giustiziate Pubblicizza.

Nuove elezioni

I militari che avevano tenuto il paese in pugno di ferro per quasi 50 anni dal 1962 e che avevano scelto di condividere il potere dieci anni prima, si sono assunti la piena responsabilità il 1 ° febbraio da Aung San Suu Kyi, una democratica vincitrice del Premio Nobel.

Ha vinto le elezioni a stragrande maggioranza nel 2015 e si è assicurata una vittoria ancora più grande nel novembre dello scorso anno, con grande fastidio dei militari. Dicono che sia stata commessa una frode. Dal colpo di stato del 1 ° febbraio, le proteste sono state brutalmente represse.

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Il portavoce del regime militare difende la repressione dell’esercito. Il consiglio militare dice che le proteste stanno per placarsi. I massimi militari affermano che le elezioni democratiche possono essere tenute di nuovo tra due anni.

Diversi paesi, compresi i Paesi Bassi, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui invocava la violenza contro i civili Fermare. La comunità internazionale teme che la spirale di violenza si trasformi in una guerra civile.

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