ROMA – Le intercettazioni telefoniche raccolte dalla Guardia di Finanza italiana, che recentemente hanno portato all'arresto del figlio dell'ex ministro delle Finanze e di altre tre persone con l'accusa di corruzione, sembrano rivelare un piano per stabilire una relazione con il principale aiutante del Papa per ottenere appalti. Restaurare beni ecclesiastici fuori Roma.
Tuttavia, l’indagine finora non ha rivelato alcuna prova che l’aiutante papale fosse complice di questi sforzi, o addirittura ne fosse a conoscenza.
Una di queste intercettazioni telefoniche dell'inizio del 2023 mostra uno dei presunti cospiratori che descrive i tentativi di ingraziarsi il cardinale italiano Pietro Parolin, segretario di stato del Vaticano, al fine di ottenere sostegno per i loro tentativi di svolgere funzioni ecclesiastiche, dicendo: “Stiamo guadagnando 3.000 dollari .” Con gli euro di un piccolo cantiere possiamo guadagnare almeno questa cifra per la parrocchia”, e in un altro canta: “Viva i preti!”
In un altro punto, si sente un altro presunto cospiratore dire che un funzionario governativo incontrato da Parolin il giorno prima gli aveva lasciato uno dei suoi biglietti da visita, lasciando intendere il sostegno ai loro sforzi, lamentandosi anche che il dieci per cento di tutto ciò che avrebbero potuto guadagnare gli sarebbe costato. Dovrà essere versato all'Ufficio Tecnico della Segreteria di Stato.
Secondo gli investigatori, oltre ai pagamenti da parte delle istituzioni ecclesiastiche, il gruppo sperava anche di sfruttare il sistema italiano “Superbonus” per imporre incentivi fiscali su progetti di ristrutturazione ad alta efficienza energetica per aumentare i propri profitti fino al 90%. In una fase iniziale, dicono gli investigatori, il gruppo ha identificato come obiettivi un ex monastero ora utilizzato come hotel e una clinica sponsorizzata dalla chiesa, entrambi bisognosi di ristrutturazione.
Il partecipante più importante nel presunto piano di corruzione è Gabriele Visco, 52 anni, ex dirigente di Invitalia, un'agenzia sponsorizzata dal governo che lavora per promuovere lo sviluppo economico, compresi gli investimenti sia in aziende italiane affermate che in nuove startup. Vesco è il figlio di Vincenzo Vesco, ex ministro delle Finanze sotto i governi italiani di centrosinistra degli anni '90 e 2000.
Secondo gli investigatori, Visco, insieme a due uomini d'affari e un avvocato, avrebbe cospirato per commissionare un appalto di lavori pubblici da 4,3 milioni di dollari per costruire una diga a una società di proprietà di uno degli imprenditori, nonché per assumere qualcuno vicino a quell'imprenditore. Da un ente pubblico. Nell’ambito delle indagini, la polizia ha confiscato beni di proprietà del gruppo per circa 250.000 dollari.
Secondo un dettagliato rapporto depositato dalla Guardia di Finanza, gli sforzi del gruppo per instaurare un rapporto con Parolin non si sono mai concretizzati, e non esiste infatti alcuna prova che qualcuno dei quattro arrestati lo abbia mai incontrato.
Dal verbale della polizia risulta anche che il gruppo sperava di utilizzare come intermediario con Parolin l'italiano padre Marco Beladelli, cappellano dell'Unione dei farmacisti cattolici italiani e direttore della commissione pontificia che vigila sul sistema sanitario vaticano, ma non ci sono prove. Questo obiettivo è stato assolutamente raggiunto.
Secondo quanto riportato dai media, gli investigatori sospettano che Vesco e i suoi presunti cospiratori possano essersi vantati di legami con il Vaticano che in realtà non avevano, nel tentativo di convincere gli amministratori della chiesa a favorire le loro offerte per vari contratti.
In effetti, Visco sembra incolpare il piano per ottenere il sostegno del Vaticano per il fatto che alla fine è stato licenziato dalla sua posizione presso Invitalia nell’aprile 2023.
Durante un'altra intercettazione, a un certo punto si udì Visco dire a un amico che sospettava che il suo licenziamento potesse essere stato il risultato di “iniziative estemporanee con gli anziani predicatori della Santa Sede”.