L’attuale sindaco Virginia Raggi spera in un secondo mandato, ma i sondaggi le danno poche possibilità di successo. I sondaggi di opinione sono visti come un indicatore della forza del Movimento 5 Stelle populista.
Domani e lunedì 12 milioni di italiani si recheranno alle urne alle comunali. Inizialmente era previsto per la primavera, ma è stato rinviato a causa della pandemia di Corona. Tutti gli occhi sono puntati sulle elezioni a Roma. L’attuale sindaco, Virginia Raggi, spera in un secondo mandato, ma le condizioni del capoluogo italiano sono talmente gravi che ha poche possibilità.
Secondo i romani a Roma non funziona niente: ci sono buche nelle strade, spazzatura non raccolta che attira i cinghiali nel nord della città, e sfortunati mezzi pubblici, dove a nessuno importa più se Gli autobus hanno preso fuoco da soli.
Questi problemi non sono nuovi. Cinque anni fa, Raji, allora anonimo avvocato di 37 anni, ha ottenuto una clamorosa vittoria alle elezioni promettendo di fare la differenza. Ma lo striscione del Movimento Cinque Stelle ha deluso, e il suo governo è diventato una colomba. Ha ottenuto risultati solo nella sua lotta contro la mafia.
stato d’animo nazionale
La prima donna sindaco di Roma affronta altri 21 candidati, tre dei quali hanno una chance: l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (PD), l’avvocato 55enne Enrico Michetti, candidato di destra che ha paragonato il Covid all’influenza, e Carlo. Kalinda, ex ministro dello sviluppo economico.
Il suo destino è seguito con interesse in tutto il paese, poiché le elezioni locali sono spesso un buon indicatore dell’umore nazionale. L’ingresso di Raji nella fascia del sindaco nel 2016 come candidato per il Movimento Cinque Stelle ha fatto presagire la grande vittoria elettorale del partito nel 2018. La sua esperienza potrebbe essere un’indicazione di quanto sia forte il partito.
Gli ultimi sondaggi prevedono che Raggi sarà solo terza, dietro Menchetti e Gualtieri. Di conseguenza, non avrà l’opportunità di avanzare al secondo turno tra due settimane. Succederà se nessun candidato ottiene più del 50 per cento dei voti.