Storie come quella di Michel Voorhees sono apparse in diversi luoghi del paese. Non a caso, negli stati in cui Donald Trump ha perso di misura l’anno scorso, come Arizona, Georgia e Pennsylvania, e quindi nel Michigan. L’ex presidente repubblicano del Michigan Jeff Timmer vede il suo partito ripreso dai sostenitori di Trump. Suona l’allarme sulle commissioni elettorali.
“Persone come Michelle Voorhees sono state sostituite da membri che hanno affermato di non sostenere le elezioni precedenti e di non essere d’accordo con le prossime. Lo stanno già dichiarando, sta accadendo proprio davanti ai nostri occhi”, ha detto Timmer.
Secondo Timmer, chiunque conosca il processo di voto sa bene che alla fine non ha senso trattenere il risultato a livello locale. Se la commissione elettorale rifiuta, ci sarà un giudice che certificherà il conteggio. “Ma questo non è il loro punto di vista”, dice Timmer. “La strategia è guadagnare tempo, creare caos e seminare dubbi sul risultato. Ciò eroderà ulteriormente la fiducia”.
Tanta rabbia e violenza
Il 2022 è un altro anno elettorale: a novembre, a medio termine Elezioni di medio termine per i seggi del Congresso. Entrambi i repubblicani del Michigan sono convinti che le elezioni saranno ancora una volta nel caos, simile a quanto accaduto all’indomani delle elezioni presidenziali dello scorso anno.
“Se lo fai solo in poche aree, il fuoco è già acceso e si ottiene l’effetto desiderato”, afferma Voorhees. Dice che interrompere il processo di ratifica a livello locale potrebbe portare di nuovo a molta rabbia e violenza alla fine. “Il seminare il sospetto si esprime nelle rivolte, nella volontà del popolo di prendere d’assalto il Campidoglio”.
Timer: “Penso che anche la maggior parte dei democratici, persino il presidente Biden alla Casa Bianca, non si renda conto di quanto sia pericoloso. Sono ancora seduti sulla scacchiera in attesa della prossima mossa, mentre il loro avversario ha già lasciato il tabellone. In silenzio in posa e mangiando i pezzi.”
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