La Corte di giustizia europea ha ribaltato una decisione della Commissione europea in un caso promosso da Ryanair in materia di aiuti di Stato alle compagnie aeree italiane.
Il caso ruota attorno a un pacchetto di sostegno di 130 milioni di euro fornito dal governo italiano durante la crisi del coronavirus. Solo le compagnie aeree operanti con un permesso aereo italiano potevano beneficiare dell’assistenza. All’epoca, la Commissione Europea approvò la procedura di aiuto, con grande sgomento di Ryanair. La società sostiene che il pacchetto di sussidi “discriminatorio” ignora il contributo di altre compagnie aeree – in questo caso all’economia italiana – e l’accessibilità all’interno dell’UE. La società irlandese a basso costo ha intentato diverse azioni legali per i pacchetti di sostegno che i governi hanno messo a disposizione delle imprese durante la pandemia.
Mercoledì la Corte europea ha stabilito che la Commissione europea non aveva sufficientemente dimostrato che non si trattava di aiuti di Stato. Secondo il tribunale, la commissione non ha dimostrato, tra l’altro, che il mercato interno non può essere perturbato dal pacchetto di aiuti. Ora che la decisione è stata temporaneamente ribaltata, la commissione dovrà riconsiderare la questione.
Ryanair, che ha avuto ragione anche due settimane fa in un caso riguardante il sostegno finanziario alla tedesca Lufthansa, ha risposto allegramente alla sentenza del giudice. Uno dei maggiori successi dell’Unione europea è il mercato interno del trasporto aereo. L’approvazione da parte della Commissione europea di un pacchetto di sostegno limitato alle compagnie aeree che volano con un permesso di volo rilasciato dall’Italia va contro i principi fondamentali del diritto europeo. La sentenza odierna afferma che la Commissione deve agire come garante delle pari opportunità nel settore dell’aviazione e non può imporre pacchetti di aiuti di Stato discriminatori sotto la pressione politica dei governi nazionali.
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