Il laboratorio antidoping italiano non è pronto per ospitare i Giochi invernali del 2026


Foto: Polizia nazionale afgana

Non è chiaro se i test antidoping per le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina d'Ampezzo in Italia possano essere controllati. L'unico laboratorio in Italia accreditato dall'Agenzia mondiale antidoping (WADA) non è pronto per i Giochi invernali.

“Siamo in una corsa contro il tempo e non abbiamo tempo da perdere”, afferma Francesco Botteri, direttore del laboratorio FMSI di Roma. “La WADA ha condotto un'ispezione nel 2017 e non ha riscontrato lamentele sulla qualità del nostro lavoro. Ma ci hanno detto che il nostro laboratorio è troppo piccolo e troppo vicino agli atleti.

Putri dice che gli è stato detto che dovevano espandere il laboratorio. Nel frattempo i Giochi sono stati assegnati a Milano-Cortina, ma per noi è poco pratico poter gestire l'aumento dei test per i Giochi con l'ampliamento proposto, quindi la WADA ci ha concesso più tempo.

Il progetto di espansione è iniziato solo quest’anno, in parte a causa della pandemia di coronavirus. È stata trovata una struttura autonoma, come richiesto dall'Agenzia mondiale antidoping. Il laboratorio però ha bisogno di 11 milioni di euro per progettare, acquistare nuovi strumenti di analisi e trasferirsi. La cifra sale a 20 milioni di euro se si includono anche le prove delle partite.

Il comitato organizzatore della Milano-Cortina ha sottoposto tutte le questioni relative a questa vicenda al Ministero dello Sport italiano. Affinché il laboratorio possa essere pienamente operativo un anno prima dell'inizio dei Giochi, come richiesto dall'Agenzia mondiale antidoping, il laboratorio dovrà essere spostato entro e non oltre il luglio del prossimo anno.

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