Per la prima volta in 2.300 anni di storia del museo, i visitatori vengono visti piuttosto che (solo) le opere d’arte in mostra. Le “Collezioni comunali d’arte”, un museo comunale di Bologna, effettua una prova per vedere come i visitatori vedono le opere d’arte.
Le telecamere sono installate in più di venti pannelli che si concentrano sul volto del visitatore. La telecamera utilizza l’intelligenza artificiale per rilevare, tra le altre cose, dove si trova il maggior interesse dei visitatori per un’opera d’arte.
Esperienza di misurazione
L’innovativo sistema è in grado di “misurare” l’esperienza del visitatore condividendo diversi dati ottenuti registrando ed esaminando alcuni indicatori. La misurazione è resa possibile attraverso l’utilizzo di una tipica applicazione “big data” in grado di estrarre informazioni esaminando grandi quantità di dati diversi. L’ENEA non fornisce ulteriori dettagli sull’interessante esperienza. L’ENEA è un ente governativo italiano specializzato in nuove tecnologie e sviluppi economici sostenibili.
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umore
“Attraverso una telecamera posizionata vicino all’opera, il sistema rileva automaticamente i volti orientati nella direzione dell’opera. Diversi scienziati hanno affermato che vengono raccolti dati sul comportamento dei visitatori, come il percorso che hanno fatto per avvicinarsi, la distanza di osservazione , così come lo stato mentale degli osservatori”. in una presentazione.
I produttori alzano un angolo del velo per quanto riguarda il risultato. Ad esempio, il dipinto a olio dei Santi Sebastiano e Irene dell’artista francese Trophim Pigot (dipinto nello stile di Caravaggio) mostra che i visitatori non guardano al centro della composizione, come è normale. La maggior parte delle persone guarda un po’ a destra del volto di San Sebastiano, grazie al gioco di luci e ombre creato dal pennello dell’artista.
Technopol
Cooperazione tra ENEA e Istituto Musei di Bologna, che comprende tutti i musei comunali, fa parte di un progetto di ricerca sui big data nella regione Emilia-Romagna. il Tecnologia dei big data Bologna, come viene chiamato l’hub, sta per diventare un centro di fiducia a livello internazionale nel campo del supercalcolo e dell’intelligenza artificiale.